Colpi, carattere, coraggio. Personalità. Sembra strano raccontare un quarto di finale sul Centre court a Wimbledon, partendo dallo sconfitto. Ma è comunque Flavio Cobolli il protagonista di giornata. Il guerriero che voleva diventare un calciatore della Roma, la squadra del cuore, ha stupito tutti. Incantando perfino il New York Times, che gli ha dedicato un lungo e approfondito ritratto. Ha lottato da gladiatore nel Colosseo, mettendo in crisi l’highlander Novak Djokovic prima di arrendersi: 6-7, 6-2, 7-5, 6-4 dopo tre ore e venti di lotta serrata e incertissima. Alla fine ha vinto il Migliore, i suoi sette titoli a Londra lo provano. Però va sottolineato che Flavio – 23 anni contro 38, primo quarto di finale Slam davanti ai 24 Slam nella bacheca del rivale – ha stupito nel giorno dell’esame di laurea, davanti al docente di cui tiene il poster appeso in camera.
Conoscevamo la sua forza, non fino a questo punto. I progressi degli ultimi mesi sono stati straordinari, fra talento e agonismo al di là dei due titoli vinti a Bucarest e Amburgo. E’ migliorato in tutto: dritto, rovescio, gioco di volo, il servizio in particolare. E ancora attitudine, resistenza, gestione della partita. La classifica live lo piazza ora al diciannovesimo posto: in sostanza l’Italia festeggia un altro giocatore di prima fila, è già questo è clamoroso. “Chiederò a mio figlio Stefan come batterlo, l’altro giorno hanno palleggiato assieme”, aveva detto scherzando Djokovic alla vigilia. Avrebbe fatto bene a tener conto dei suggerimenti.
Cobolli è stato brillantissimo già dall’inizio. Scansando il pericolo di restare irretito dalla Sindrome di Stendhal, non ha avuto timori reverenziali attaccando ogni volta che ne ha avuto la possibilità. E nel contempo ha difeso strenuamente, alzando le barricate con ordine. Sempre costretto a rincorrere, ha annullato autorevolmente tre palle break senza fare una piega. E quando ha perso il servizio sul 4-3 per Nole, è stato capace di riprendersi il break a zero immediatamente. E’ stato il prologo all’aggancio. Esito dunque rimandato al tiebreak, affrontato con piglio. L’azzurrino è scattato 3-0, ha subito il ritorno del serbo, s’è guadagnato una palla set sul 6-5 e ha incassato il pareggio tagliagambe. Un passante strepitoso l’ha riportato in testa prima del rush decisivo: 7-6, primo set in saccoccia dopo un’ora e dieci allo spasimo.

Nella seconda frazione ha tirato il fiato, schiacciato dalla reazione del fenomeno serbo. Ha ceduto due volte il servizio, obbligato a digerire un 6-2 pesante. Non ha mollato però neppure davanti al terzo break consecutivo, che pareva il colpo del ko. Com’era successo nel primo set, ha centrato subito il controbreak riportandosi in linea di galleggiamento. Non solo. Ha fatto corsa di testa fino al 5-5, finché l’uomo caucciù ha tirato fuori la carta vincente dal mazzo mettendo il naso avanti. Lo sprint sul traguardo è stato un concentrato di forza, abilità, esperienza: 7-5. Finita? Macché. Cobolli ha rimesso insieme i pezzi ricominciando a macinare gioco nel quarto set. Ha avuto l’opportunità di strappare, ha tamponato a sua volta due pericoli incombenti. Finché una volée cacciata in rete l’ha messo nei guai. Break e 5-4 per il Djoker, a un passo dal successo.
Flavio ha avuto ancora un sussulto. Ha annullato due match point, poi ha ceduto 6-4 con l’onore delle armi. “E’ stato un avversario formidabile, so quanto vale ma non credevo che potesse esprimere così tanta qualità”, è stato il giudizio del professor Novak. Promozione a pieni voti. Ad applaudirlo in tribuna, tifando per lui, c’era anche Fabio Fognini che aveva appena annunciato l’addio al tennis. Non poteva chiedere di meglio: la passerella del primo turno sul Centrale contro Carlos Alcaraz, l’ovazione del pubblico, le tante emozioni rappresentano una meravigliosa uscita di scena. “E’ stata una bella corsa”, da detto commosso nella conferenza stampa. “In vent’anni dentro al circuito ho avuto la fortuna di giocare contro i più forti della storia, e contro i due giocatori più forti della seconda storia”. Due di loro si troveranno davanti in semifinale: il Djoker contro Jannik, spettacolo da non perdere.