Il Manchester City di Pep Guardiola travolge per 5-2 la Juventus di Igor Tudor, nell’ultima gara del girone del Mondiale per club.
Lo strapotere tecnico e fisico dell’undici inglese, totalmente rivoluzionato dal tecnico ex Barcellona, è emerso con forza nell’arco della gara, anche a causa dell’atteggiamento troppo soft dei bianconeri, sopraffatti dal pressing degli avversari fin dalle prime battute.
Il vantaggio del City arriva dopo soli 9 minuti, grazie ad una dormita clamorosa di Alberto Costa, che si perde alle spalle Doku. L’esterno belga con una finta mette a sedere anche Kalulu, ed infila il destro all’angolino.
Nonostante lo svantaggio, la reazione bianconera è immediata e lascia ben sperare: dopo la ripresa del gioco, infatti, Vlahovic calcia sul fondo da ottima posizione. Il pari della Juve arriva poco dopo, grazie ad un erroraccio in fase di costruzione di Ederson, che regala il pallone a Koopmeiers. Il centrocampista olandese è bravo ad infilare il portiere brasiliano sul primo palo.
Il buon momento della Vecchia Signora, però, dura troppo poco per impensierire realmente la corazzata inglese. Il City torna in avanti intorno alla mezz’ora, con un clamoroso quanto goffo autogol di Kalulu, che con il tacco batte il proprio portiere.
Dopo lo sfortunato episodio, la Juventus sparisce totalmente dal campo. Il City sposta il proprio baricentro a ridosso della trequarti bianconera, e nel finale solo un grande Di Gregorio dice di no al bolide di Marmoush.
Il numero 29, però, non può davvero nulla quando in apertura di ripresa l’undici di Guardiola fa quello che gli riesce meglio, ovvero arrivare con il pallone in porta, con il subentrato Haaland che tutto solo deve solo spingere dentro il gol del 3-1.
Proprio da un meraviglioso aggancio del centravanti norvegese, servito da oltre 50 metri da Ederson, nasce la quarta rete degli inglesi. Al termine di un micidiale 1-2 in area di rigore, è Foden stavolta a depositare in porta il poker.
A 15 dalla fine, la Juve crolla definitivamente: dagli sviluppi di un corner, il pallone capita sul destro di Savinho, un mancino naturale, che lascia partire un bolide che, dopo aver colpito la traversa, si insacca alle spalle di Di Gregorio.
Con la gara praticamente in ghiaccio da 45 minuti, a 6 dalla fine i bianconeri trovano il gol della bandiera. In quella che probabilmente è stata la sua unica giocata degna di nota della partita, Yldiz trova in profondità Vlahovic, che realizza la rete del 5-2 finale.
Termina così, con il City che si prende meritatamente la testa del girone G a punteggio pieno. Gli uomini di Tudor, invece, tornano negli spogliatoi a testa bassa. Perdere si può, certo, specie contro una squadra come quella di Guardiola, ma ci sono modi e modi. Rinunciare a giocare per oltre 70 minuti non è un atteggiamento da Juventus, e questo Tudor, che quella maglia l’ha vestita, lo sa meglio dei suoi ragazzi.
Nonostante il KO, la Vecchia Signora ottiene il passa per gli ottavi di finale. Martedì, a Miami, i bianconeri saranno chiamati ad un altro test durissimo, stavolta contro il Real Madrid di Xabi Alonso. Una gara che riporta inevitabilmente alla mente decine di “notti di sogni, di coppe e di campioni”.