È un terremoto, una bomba esplosa a 72 ore dall’avvio di Wimbledon. Marco Panichi e Ulises Badio, rispettivamente preparatore atletico e fisioterapista di Sinner, non fanno più parte della squadra del numero uno del mondo. I motivi? Nessuna spiegazione trapela da lui, dai due coach né dal management. Anzi, proprio ieri l’allenatore Simone Vagnozzi aveva annunciato: “Abbiamo buone sensazioni, Jan si sta allenando duramente. La finale del Roland Garros è in archivio. Noi viviamo insieme 24 ore su 24, se non ci fosse un grande affiatamento sarebbe impossibile arrivare a questi risultati. E non abbiamo rinunciato all’idea che Darren Cahill resti con noi anche il prossimo anno”. Evidentemente però l’ambiente non era così sereno. L’indiscrezione del doppio addio (ma con tutta probabilità è stato un siluramento) è partita da una immediata constatazione: l’assenza di Panichi e Badio accanto a Wonder Boy, arrivato a Londra tre giorni fa. Un dissidio extra tennis? Una intervista dai contenuti non graditi? È attesa a breve una comunicazione dallo staff che faccia chiarezza sulla decisione.
Si tratta di due pedine fondamentali nel team. Arrivati a settembre 2024 in sostituzione di Umberto Ferrara e Giacomo Naldi (i professionisti coinvolti nel caso Clostebol), Panichi e Badio sono considerati specialisti di sicuro affidamento. Non a caso hanno affiancato a lungo Nole Djokovic in carriera, con risultati ottimi. E sono stati cruciali negli inediti tre mesi di stop forzato della Volpe Rossa. Panichi ha calibrato gli allenamenti, i test, gli esercizi a misura di un fuoriclasse che definisce formidabile decatleta; Badio si è dedicato alla prevenzione degli infortuni e al recupero fisico di Sinner, è stato presente nel box fino al torneo di Halle della scorsa settimana. E adesso? Wimbledon è troppo importante per affrontare l’impegno a ranghi ridotti. Alla formazione è stato aggregato l’osteopata Andrea Cipolla, che conosce bene i muscoli di Jannik, ma servono due rimedi in uno: la soluzione strutturale a lunga scadenza e il cerotto immediato per tamponare eventuali emergenze.
Nel frattempo è stato reso noto il main draw dei Championships. E anche qui è inutile girarci attorno: non è stato un buon sorteggio per la testa di serie numero uno. Il cammino di Sinner è lastricato di speranze e altrettante botole, perché gli avversari più tosti sono capitati proprio nella parte alta del tabellone: la sua. Alcaraz invece ha davanti un percorso più comodo: il primo vero ostacolo l’affronterà soltanto in semifinale, fresco di energie fisiche e mentali. Questo almeno sulla carta, ma è vero che i pronostici sono fatti per essere smentiti. In particolare se si parla di Londra e del torneo al meglio dei cinque set più affascinante del mondo: il sacro luogo della tradizione, delle regole codificate, dei gesti bianchi. E di una superficie infida, trappola a cielo aperto (coperta di notte dai teloni per preservarla dall’umidità) malgrado le cure del capo giardiniere Neil Stubley. Lui e il suo staff di 28 operatori si occupano della manutenzione dei campi, assicurandosi che l’erba sia in condizioni perfette: alta nove centimetri, non un millimetro in più o in meno, misurata e rifilata ogni giorno. È così dal 1995, però neppure una tale rigorosa attenzione elimina il rischio dei falsi rimbalzi, le minuscole buche, la zolla traditrice. Insomma se nel tennis tutto è possibile, a Church Road tutto è possibile moltiplicato per due.
Visualizza questo post su Instagram
Andiamo al tabellone. Jannik inizierà la trafila martedì prossimo con un derby: l’avversario è Luca Nardi, piccolo genio inespresso che non gli creerà problemi. Subito dopo se la vedrà presumibilmente con Vukic: non fatevi ingannare dal cognome, è un erbivoro australiano che sa come va trattata la delicata materia. Quindi il canadese Shapovalov, grande talento mancino che fa e disfa, e nella giornata giusta può battere chiunque: quattro anni fa si arrese al Djoker unicamente in semifinale. Mica male come inizio duro, ma dopo il brutto per l’azzurro arriverà il peggio. Agli ottavi troverebbe infatti Tommy Paul, che tre anni fa l’ha battuto nel verde di Eastbourne, e poi nei quarti eventuali uno tra Musetti e Shelton: non c’è bisogno di commenti. Superate le colonne d’Ercole, Sinner affronterà il vincitore della sfida tra il ragazzo di casa Jack Draper e l’immortale Djokovic: il serbo insegue il venticinquesimo Slam e sa che questa potrebbe essere l’ultima occasione per il record. Resta l’appuntamento con la finale del 13 luglio: non prima di allora Wonder Boy incrocerà la racchetta con Carlitos, ammesso che entrambi rispondano presente all’appello.
Dal canto suo, il detentore del titolo esordirà lunedì contro Fabio Fognini. Sarà una sontuosa passerella d’onore per lo spezzino, che chiuderà in bellezza sul center court la sua parabola a Londra: un premio meritato, unito alle 66mila sterline che spettano a chi gioca il primo turno – il vincitore del torneo si porterà a casa un assegno da tre milioni di pounds. Alcaraz viaggerà sul velluto con l’eccezione di un piccolo rischio al quarto turno (Tsitsipas o Rublev), poi incrocerà Rune (fuori forma) o Tiafoe (in crisi di risultati) e aspetterà in semifinale uno fra Zverev, Fritz oppure Medvedev: il salto necessario per approdare all’ultimo atto dello show. Ecco gli impegni in primo turno degli altri italiani: Sonego-Faria, Basilashvili-Musetti, Cobolli-Zhukayev, Arnaldi-Van de Zandschulp, Darderi-Safiullin, Mochizuki-Zeppieri, Bellucci-Crawford, Berrettini-Majchrzak.
Visualizza questo post su Instagram
Infine il sorteggio delle donne. Paolini, vice campionessa in carica, non ha ha pescato bene: si trova nello spicchio di tabellone che porta all’amazzone bielorussa Aryna Sabalenka. Il suo cammino è pieno di curve. Esordirà contro la pericolosa lettone Sevastova, che viaggia con il ranking protetto e vale molto più della propria classifica. Occhio, Gelsomina.