È stato il servizio l’arma vincente di Alexander Bublik, che nella vittoria più bella della sua carriera ha eliminato agli ottavi di finale del torneo di Halle il numero uno del mondo Jannik Sinner per 3-6, 6-3, 6-4. L’arma vincente ma non la sola perché a dargli una mano c’è stata l’imprecisione dell’altoatesino e la sua crescente frustrazione di fronte al rischio – diventato realtà – di perdere la sua seconda partita dal rientro dopo la squalifica. La prima, era stata la bruciante sconfitta al quinto set con tre match point sprecati alla finale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz.
Sembrava tutto facile nel primo set, quando Sinner ha strappato il servizio al kazako nel primo game e si è poi diretto tranquillamente a concludere la frazione. Ma dall’inizio del secondo set Bublik è risorto dando prova di tutta la sua estrosità: risposte imprendibili, precisione millimetrica, inventiva, gioco a rete, una performance magistrale. Si divertiva e si vedeva, il pubblico è andato in visibilio con lui.
Per Sinner, che ha perso il servizio una volta nel secondo e una volta nel terzo, ha giocato anche l’inaffidabilità del servizio che lo ha costretto molto spesso alla seconda palla. Meno lucido, meno preciso, troppe palle fuori. Il peso psicologico della sconfitta di Parigi si fa evidentemente sentire; questo torneo che avrebbe dovuto essere il suo allenamento sull’erba prima di Wimbledon, questo torneo dove era venuto a difendere il titolo (e confermare il punteggio in classifica ATP) si è trasformato in arena amarissima per lui e i suoi fan.