Termina con una vittoria tutt’altro che convincente ai danni della Moldova la (dis)avventura di Luciano Spalletti sulla panchina della nazionale italiana.
Il Ct di Certaldo, che domenica aveva anticipato la federazione annunciando il suo esonero, lascia così la guida degli azzurri dopo nemmeno due anni, un flop agli ultimi europei ed una qualificazione al prossimo mondiale già compromessa.
Dopo la debacle di Oslo di venerdì, ieri sera la nazionale doveva assolutamente conquistare i 3 punti, possibilmente con uno scarto importante, considerato anche il valore modesto dell’avversario e la differenza reti abissale che ci divide dalla Norvegia capolista del girone.
A Reggio Emilia, però, si sono rivisti gli errori e l’atteggiamento di sempre: dopo soli pochi minuti, la Moldova si era portata addirittura in vantaggio grazie al colpo di testa di Nicolaescu. Solo l’intervento del VAR ha salvato Donnarumma e compagni dall’ennesimo psicodramma degli ultimi mesi.
Scampato il pericolo, gli azzurri provano ad affacciarsi in avanti, senza però mai trovare la giocata giusta per far male alla difesa ospite.
Il gol del vantaggio arriva a 5 minuti dal duplice fischio, quando Jack Raspadori arriva per primo su un pallone mal liberato dalla retroguardia avversaria, infilando il destro all’angolino.
Poco dopo, la Moldova sfiora il pareggio, con Donnarumma che si oppone ad una conclusione dalla distanza. Dal corner successivo, è Dimarco a salvare il pallone proprio sulla linea di porta.
Nella ripresa il copione del match è pressoché identico. Il ritmo della gara è bassissimo, ed i più di un’occasione gli azzurri rischiano qualcosa di troppo in contropiede.
Nonostante le enormi difficoltà, l’Italia raddoppia e chiude i conti al 50°, grazie all’iniziativa di Riccardo Orsolini, che va sul fondo e pesca Cambiaso che da pochi passi batte Avram.
Nei restanti 40 minuti i padroni di casa provano ad ampliare il vantaggio, con la testa alla differenza reti, senza però mai rendersi realmente pericolosi.
La gara termina così, tra un mix di fischi ed applausi, e con il Ct che saluta tutti, prendendosi tutte le responsabilità per questi due anni oggettivamente tutt’altro che esaltanti. Anche stavolta, dunque, a pagare è solo l’allenatore.
Dopo il mondiale mancato nel 2022, e il fallimento del biennio-Spalletti, infatti, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha deciso di non dimettersi dal proprio incarico.
Il leader della FIGC, ora, è alla ricerca disperata di un nuovo Ct. Il candidato numero 1, sembrava essere Claudio Ranieri, divenuto senior advisor della Roma, al termine di una stagione incredibile che lo ha visto prendere i giallorossi a 2 punti dalla zona retrocessione e portarli in Europa League.
Inizialmente, il mister sembrava vicinissimo ad accettare l’offerta della FIGC. Dopo una giornata di riflessione, però, come spesso è accaduto nel coro della sua carriera, l’amore per il giallorosso e per quella che lui stesso ha definito “Mamma Roma” ha prevalso su tutto. Ranieri, dunque, resterà nella capitale.
Stando alle ultime indiscrezioni, ora il nome più caldo per la panchina della nazionale sembrerebbe essere quello di Stefano Pioli.