Il numero uno di oggi contro il numero uno di sempre. Alla fine ha vinto Sinner, che ha battuto Djokovic 6-4, 7-5, 7-6 e domenica si giocherà il titolo dell’Open di Francia contro Alcaraz (il numero due, o meglio l’uno vicario). Ma che fatica. Il vecchio zio Nole ha stupito per coraggio, energia e resistenza: non s’è arreso se non all’ultima palla, malgrado la montagna che aveva dinanzi. I confronti diretti vedevano sul 4-4 i duellanti, anche se le ultime tre sfide erano finite con altrettante sconfitte del serbo. Il tennis sulla terra rossa è però tutta un’altra cosa. Novak ne conosce perfettamente i segreti, Jan ancora no. Ma è tanto giovane e resta comunque l’erede legittimo del Djoker: un gigante carismatico che ha disputato la semifinale Slam numero 51, che ha vinto tre volte al Roland Garros (più la finale olimpica del 2024), che ha appena centrato il centesimo titolo Atp. È il guerriero che abita la battaglia e punta a un record assoluto. Sullo scarpino ha stampato il 24, cifra riferita agli Slam in bacheca: fortissimamente vuole anche il venticinquesimo. Stavolta è andata male, ci riproverà. Lui non molla mai.
A 38 anni, il campionissimo sa che un giorno non è mai uguale all’altro. Nole è entrato in campo con l’idea di accorciare gli scambi, per non farsi stressare dal dritto asfissiante di Sinner che ti costringe nell’angolo sinistro, sempre più esasperato. Ha proposto soluzioni diverse con i tagli e le rotazioni, e qualche serve and volley per non dare ritmo al rivale. Ha cercato di stanarlo con la smorzata, arma letale che nei quarti aveva usato 43 volte facendo impazzire Zverev. A differenza però del tedesco, Wonder Boy smista il gioco con i piedi attaccati alla linea di fondo e corre come una volpe: è difficile sorprenderlo. E così Jannik ha fatto il break al quinto game, portandosi dietro il vantaggio fino al 6-4 in 48 minuti, senza correre il minimo rischio.

È stato allora che l’esperienza è venuta fuori. Novak ha cambiato strategia nel secondo set, aumentando il numero di giri e accettando il braccio di ferro con l’azzurro. Calato il vento, il match è diventato bellissimo con Djokovic in spinta a braccio libero. Sempre più autoritario, ha firmato lui il punto più bello del match: palla corta, contro-smorzata dell’altoatesino, recupero del serbo, passantino, volée in allungo e chiusura a campo sguarnito. Il meglio del meglio. Ciò malgrado, Sinner ha piazzato puntualmente il break andando alla battuta sul 5-4. Tutto fatto? Macché. Il serbo ha pareggiato il conto, rientrando in partita. Fatica vana. Sinner ha replicato da fuoriclasse, mettendo la freccia del sorpasso per sigillare la frazione 7-5.
Due set da rimontare, un’impresa impossibile? Provate a chiederlo a Nole, alla moglie Jelena e ai figli Stefan e Tara appollaiati nel box a fare il tifo per papà: la partita non è finita finché non è finita, risponderanno. L’ultimo immortale ha ricominciato a macinare punti come se niente fosse, aumentando se possibile la qualità del suo tennis. S’è arrampicato a palla break senza trasformarla, un’altra l’ha cancellata lui in risposta accendendo la passione di una partita straordinaria, culminata in tre set point a favore sul 5-4. Il match, o quantomeno il set, stava cambiando padrone. Ma Sinner è Sinner, la pressione ne esalta il talento smisurato: schiaffo al volo, prima vincente, un errore forzato di Djokovic e aggancio.

Sarebbe stato il tiebreak a scrivere il finale del giallo. L’ha agguantato Jannik staccando subito l’avversario, penalizzato da uno smash elementare buttato via sciaguratamente: 7-6 e parola fine dopo tre ore e 16 minuti di lotta spalla a spalla. “Ho superato situazioni complicate – ha commentato Sinner nel dopo partita -. Nole ha dimostrato per l’ennesima volta che fenomeno sia. È il migliore nella storia del tennis. Quando entri in campo cerchi di non pensarci, ma la tensione sale inevitabilmente”. È arrivato a 29 set consecutivi vinti negli Slam. Però il pensiero è già alla finale dei sogni. “Domenica sarà ancora più dura contro Carlos, mi ha battuto negli ultimi tre confronti diretti e qualcosa significa. Mi preparerò ancora meglio”, è la promessa.
Intanto l’Italtennis festeggia una finale al femminile. Sara Errani e Jasmine Paolini hanno surclassato 6-1, 6-0 le russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider, battute al Roland Garros già l’anno scorso nel match per l’oro olimpico. Sfideranno domenica la coppia Krunic-Danilina, con i favori del pubblico e del pronostico.