Un’Inter senza risposte viene travolta 5-0 dal PSG nella finale di Champions League all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Due reti nel primo tempo e tre nella ripresa, con l’ex nerazzurro Hakimi, Doué, Kvaratskhelia e Mayulu tutti a segno per i parigini. Il PSG conquista così il suo primo titolo continentale, il secondo per una squadra francese dopo quello vinto dal Marsiglia nel 1993.
Con la rosa al completo, Inzaghi sceglie la formazione titolare: Sommer tra i pali, Bastoni, Acerbi e Pavard in difesa; Dumfries e Dimarco sulle fasce; Mkhitaryan, Çalhanoğlu e Barella a centrocampo; in attacco la coppia Thuram–Lautaro.
Primo tempo in salita per i nerazzurri, schiacciati dal pressing asfissiante dei parigini e già sotto di due gol nei primi 20 minuti. L’Inter appare confusa e fatica a gestire il possesso, sbagliando passaggi in zone pericolose. Il vantaggio del PSG arriva al dodicesimo con Hakimi, che sfrutta un buco difensivo e insacca sul primo palo un cross di Doué, sorprendendo Sommer. Otto minuti più tardi è lo stesso Doué a raddoppiare, deviando in rete un assist di Dembélé: una leggera deviazione di Dimarco mette fuori causa Sommer.
Nel finale di primo tempo l’Inter prova a reagire e costruisce qualche azione interessante, ma non riesce ad accorciare le distanze: si va al riposo sul 2-0.
Nella ripresa l’Inter rientra in campo più determinata e cerca di riaprire la gara, ma il momento di lucidità dura poco. Al 63°, Doué finalizza un contropiede avviato da Vitinha e porta il PSG sul 3-0. Dieci minuti dopo arriva il poker firmato Kvaratskhelia, che batte Sommer con un preciso piatto destro. A partita ormai chiusa, c’è gloria anche per Mayulu, che segna il 5-0 su assist di Barcola e scrive la storia del torneo: mai nessuna squadra aveva vinto una finale di Champions League con cinque gol di scarto.
L’Inter ora si prepara a volare negli Stati Uniti per il Mondiale per Club, in programma dal 14 giugno al 13 luglio, dove affronterà Urawa Red Diamonds, Monterrey e River Plate nella fase a gironi.
Hanno detto
È stata una serata negativa, l’avversario ci ha surclassato in tutto, ma questo non deve inficiare quello che è stata la stagione,” ha dichiarato il presidente dell’Inter Beppe Marotta alla Gazzetta dello Sport. “Abbiamo giocato contro una squadra molto forte, dispiace per questa prestazione, e ringrazio i tifosi che sono venuti fino a qua. Era molto difficile arrivare a questa serata, ci siamo arrivati con grandissimo merito e stasera siamo caduti in modo molto fragile. Ringrazio comunque giocatori e allenatore perché nel percorso di 59 partite della stagione questo gruppo, questa squadra e questa società hanno dimostrato che meritano questo palcoscenico”.
Gli elementi
Abbiamo rivisto l’altra faccia dell’Inter: qualche settimana fa ci chiedevamo quale Inter avremmo visto. Speravamo in quella capace di battere Bayern e Barcellona, e invece ci siamo ritrovati la squadra che aveva pareggiato con Parma e Lazio, e perso contro Milan e Roma.
I ragazzi, dal primo minuto, sono entrati in campo spaesati e impauriti, sorpresi dall’aggressività del PSG e incapaci di ritrovare quella coesione che aveva distinto i nerazzurri nei quarti e in semifinale. Le partite si vincono e si perdono insieme sul campo.
Oggi l’Inter ha effettuato due tiri in porta, ma solo dopo il 70° minuto. Un vero e proprio tracollo nerazzurro.
I cambi e l’affronto a Frattesi: I primi due cambi, con Bisseck e Zalewski, sembrano inizialmente dare ossigeno ai nerazzurri, che partono bene nel secondo tempo. Poi, complice l’infortunio del difensore tedesco, Inzaghi inserisce Darmian e Carlos Augusto: due giocatori che, in altre occasioni, hanno risolto partite. Ma oggi non entrano mai realmente nel match, subendo le incursioni e i contropiedi parigini.
Infine, il mister manda in panchina Çalhanoğlu e inserisce Asllani. Ed è qui che sorgono perplessità. Secondo noi, questo ultimo cambio rappresenta un affronto a Frattesi. Al momento della sostituzione l’Inter era sotto di tre gol, con venti minuti da giocare. Siamo certi che i tifosi avrebbero preferito vedere entrare un giocatore che, contro Bayern e Barcellona, ha brillato e segnato gol decisivi, portando la squadra fino a Monaco per questa finale. Se fossimo in Frattesi, lo considereremmo un grandissimo affronto.
Si è chiuso un ciclo? Archiviata la debacle, non possiamo fare a meno di chiederci se il ciclo iniziato con Inzaghi nel 2021 sia già terminato. Sicuramente vedremo partire qualche giocatore ancora prima del mondiale per club in programma a metà giugno. Inoltre, siamo in attesa di vedere se Inzaghi accoglierà le sirene arabe o se resterà per continuare il discorso iniziato cinque anni fa. La storia ci insegna che spesso il fattore pecuniario porta allenatori a giocatori a prendere decisioni avventate. Gia’ sappiamo che alcuni titolari partiranno, complice il desiderio di Oaktree di investire sui giovani. Non ci aspettiamo che restino sia Acerbi sia de Vrij, come probabilmente qualcuno dei nostri fedelissimi andra’ via. Barella piace in Inghilterra, tanti vorrebbero Lautaro o Thuram. Ci auguriamo solo che all’inizio della prossima stagione ci sia un progetto preciso intorno ai giocatori per giocare di nuovo agli altissimi livelli che ci competono.
Una stagione di successi per il fondo Oaktree e la società: Sconfitta odierna a parte, il primo anno del fondo Oaktree alla guida dell’Inter può comunque definirsi un successo, sia a livello societario che sportivo. L’Inter Women ha sfiorato lo scudetto di Serie A Femminile, chiudendo seconda dietro alla Juventus sia nella stagione regolare sia nella poule scudetto, conquistando così, per la prima volta nella loro storia, l’accesso alla Champions League femminile. Inoltre, proprio ieri, 30 maggio, la Primavera ha vinto lo scudetto Under-20 battendo la Fiorentina per 3-0 in finale, conquistando il trofeo intitolato a Giacinto Facchetti per la seconda volta in tre anni. Per il fondo americano, si tratta di un investimento che sta dando ottimi frutti: non solo sul campo, ma anche dal punto di vista economico. Solo per aver raggiunto la finale di Champions League, i premi ammontano a oltre 130 milioni di euro. Un bottino che mette la società in una posizione favorevole per agire con decisione sul mercato.