Invertendo l’ordine dei fattori, ovvero: pur cambiando il circuito, il risultato non cambia.
Sul podio del GP di Montecarlo, replicando le posizioni della starting grid, ad imporsi è la coppia di McLaren: primo Norris e terzo Piastri, mentre secondo è il ferrarista Leclerc.
Ed ora, astenersi perditempo: il campionato 2025 proseguirà sotto il segno e la probabile vittoria iridata dei piloti di McLaren, inseguiti da un Verstappen uomo-orchestra di una Red Bull che perde pezzi, mentre gli altri team continueranno a fare di tutto per distinguersi tra i protagonisti nell’immancabile foto di gruppo a fine stagione.
Ma torniamo a Monaco. Pista corta, poco più di 3 km da ripetere ossessivamente per 78 giri, su un circuito urbano che, forse ispirato dal clima modaiolo della Costa Azzurra, impone ai piloti di allinearsi in un festoso trenino che non permette sorpassi e forse un po’ annoia l’audience globale.
Ecco dunque che da quest’anno la Federazione Automobilistica Internazionale ha imposto ai team una doppia sosta ai box per il cambio gomme: piaccia o non piaccia, serva o non serva.
Ed è su questa strategia che si è giocata la gara.
Considerando che è difficile sorpassare su un circuito cittadino – sofferenza condivisa dal guidatore metropolitano ad ogni latitudine – ai drivers non restava che giocarsi la partita in due modi.
Seguire il piano A: avvantaggiarsi della safety car, la staffetta reale o virtuale che la direzione di gara, in caso di incidente, impone ai piloti per rispettare le posizioni in pista, ma comunque permettendo di macinare chilometri.
Oppure scegliere il piano B: rubare il posto ai colleghi che devono uscire dalla fila per tornare ai box, e poi costringerli a tornare in gara, accontentandosi dello spazio a disposizione.
Partiti con le gomme medie, sull’asfalto del Principato i piloti si sono alternati secondo il piano B, con un rimescolamento di posizioni continuo sino all’ultimo dei 78 giri, quando ormai tutti avevano rispettato il doppio cambio di pneumatici.
Intendiamoci: tutti, salvo uno, Verstappen.
Attestatosi in pole position, l’olandese speculava su un errore dei colleghi e sul fatto che la direzione di gara imponesse la safety car.
Questo avrebbe congelato le posizioni degli inseguitori, permesso di avvicinarsi al traguardo, consegnando al campione di Red Bull la formalità del cambio gomme e, soprattutto, una facile vittoria.
Ma le cose sono andate diversamente. Obbligato alla regolamentare sosta ai box, l’olandese è poi tornato in gara accontentandosi del quarto posto, trovandosi ormai sorpassato da Norris, da Leclerc e da Piastri, che hanno poi raggiunto il podio.
In casa Ferrari, segnalazione doverosa, Hamilton ha iniziato partendo dalla quarta fila, penalizzato per un rientro in pista azzardato, ma perché non segnalato dai tecnici di Maranello; ha poi terminato al quinto posto.
Il baronetto britannico, anche a Monaco, continua a commentare con diplomazia e ottimismo la performance della sua vettura e le relazioni con il team Stellantis.
Ricordiamo che al GP di Miami a Hamilton venne chiesto di dare strada al collega Leclerc.
La scorsa settimana, ad Imola, si è qualificato quarto, mentre nel Principato ha commentato il suo quinto posto, ricordando che “sono cose che capitano”.
Terminiamo con la classifica iridata piloti, capitanata da Piastri con 161 punti e Norris con 158, entrambi di McLaren, seguiti da Verstappen con 136.
Leader della graduatoria costruttori è McLaren, ormai irraggiungibile con i suoi 319 punti.
Al suo inseguimento troviamo un quartetto di volenterosi: Mercedes, con 147 lunghezze, poi Red Bull a 143 e Ferrari con 142.
Prossima gara tra sette giorni a Barcellona, per il GP di Spagna, ma con un’avvertenza: pur invertendo l’ordine dei fattori, anche sulla pista di Barcellona il risultato non dovrebbe cambiare.