Un sogno che si avvera. Jasmine Paolini vola in finale agli Internazionali di Tennis di Roma, dopo aver mancato per un soffio il titolo al Roland Garros e Wimbledon 2024 e aver vinto il doppio olimpionico con la sua grande amica e compagna Sara Errani – l’ultima donna a vincere sulla terra rossa romana undici anni fa. Paolini ha battuto l’americana Peyton Stearns per 7-5, 6-1 al termine di un match durato un’ora e quaranta minuti. A far la differenza è stato il pubblico italiano. Sabato l’appuntamento è contro la vincente di Zheng – Gauff.
“Era un sogno già giocare qui a Roma – ha detto Paolini appena finita la partita –. Quando venivo con mio papà da piccolina ci speravo. Oggi qui davanti a lui conquistare la finale è un sogno ancora più grande”.
Una partita onestamente bruttina, piena di imperfezioni e di alti e bassi da parte di entrambe le giocatrici, che hanno chiuso con un saldo negativo tra vincenti ed errori.

“È stata una partenza tutta in salita – ha confermato Paolini nell’intervista post-match –. Ho fatto tanta fatica e le sensazioni non erano buonissime, ma meno male che c’è questo pubblico e mi ha dato una grande carica. Questa partita l’abbiamo vinta insieme. Sono felice e fiera di fare parte di questo gruppo di italiani che sta facendo così bene nel tennis”.
Vanno fatti i complimenti a Payton Stearns per i suoi primi 45 minuti. Capita spesso che quando non si abbia nulla da perdere si giochi liberi di braccio e mente e così è stato per l’americana. Entrata in campo, al pronti via si era già sul 3-0 in suo favore, spazzando a destra e sinistra con vincenti di dritto che arrivavano da ogni angolo. Un colpo sul quale c’è poco da fare: potente, preciso e di difficile lettura, le darà grandi soddisfazioni.
Paolini dall’altra parte della rete era però troppo brutta per essere vera. Tra gli errori, l’emozione e la confusione è riuscita comunque a tenere un servizio e sull’1-4 per la sua avversaria ha compreso che era meglio cercarle il rovescio e limare i danni per girare il match. Stearns è arrivata comunque a servire per il primo set e sul 40-40 un errore della toscana in inside-out di dritto di millimetri ha regalato il primo set point all’americana.

Qui arriva la prima vera svolta del match, perché da quel momento in poi Payton Stearns riuscirà a tenere un solo servizio. Paolini rimette di là dalla rete una palla senza peso a metà campo, quasi una palla corta rimediata alla bell’e meglio. L’americana ci si avventa sopra e la mette fuori di un metro. Poi si arrabbia, ci pensa e si arrovella finendo per perdere di nuovo il servizio con una sventagliata di Paolini in risposta sulla riga. Stearns avrà altri due set point, l’ultimo sul 5-5, quando arriva la svolta definitiva. Tre errori clamorosi di dritto – quello stesso che l’aveva portata sul 4-1, prima una palla semplice a metà campo, poi un dritto in rete e infine un terzo – lanciano Paolini sul 6-5. Una sequenza che si impossesserà della mente dell’americana privandola di ogni capacità di reazione successiva. Tra sbatacchiamenti di racchetta e sguardi al suo box, perde un set che avrebbe ampiamente dovuto vincere. Sterns esce dal campo per ritrovare calma e lucidità, ma ormai ha svegliato il can che dorme. Jasmine è in fiducia, a Payton invece vengono dubbi e paure che aveva lasciato, almeno nella prima mezz’ora, nello spogliatoio. Tiro o non tiro, vado o non vado, il dritto non affonda più come prima e arriva il primo break su una indecisione classica, quando ci si fa trovare nella terra di nessuno. Jas mette le ali, il pubblico la eleva. Sul 4-1 con doppio break a favore è chiaro a tutti che è solo una questione di tempo. Sul 5-1 Stearns serve per rimanere nel match ma anche l’ultimo km è una sofferenza e così abbandona la contesa con Paolini che va a prendersi quel che si merita, la finale più bella per un italiano, dopo Parigi e Wimbledon. Payton può però essere contenta del suo torneo: una gran bella giocatrice che si aggiunge al già nutrito gruppo delle americane di vertice.