Una pazzia. Anzi due. Macché: tre. Paolini batte in rimonta Diana Shnaider e vola in semifinale al Foro Italico, quattordici anni dopo la compagna di doppio Sara Errani. Il punteggio dice qualcosa, non può raccontare tutto quel che è successo sul Centrale: 6-7, 6-4, 6-2 in un tripudio di emozioni e incongruenze, sparse sul campo senza soluzione di continuità. Stranezza pirandelliana, scene di straordinaria follia che probabilmente porteranno il dottor Freud (ovunque si trovi) a riscrivere il suo trattato Psicopatologia della vita quotidiana. Doveroso aggiungere al testo il capitolo di oggi, vissuto in un match giocato allo specchio. Uguale e contrario, inspiegabilmente. Incredibilmente.
Proviamo a ricapitolare. Jas, sesta testa di serie, è partita a razzo disorientando la russa, numero 13 del tabellone. Tre a zero in sette minuti, poi quattro a zero in totale controllo. Shnaider è una ragazza di 21 anni in grande ascesa, formidabile agonista, massiccia, dotata di un dritto mancino che spacca le montagne. È quello il colpo da evitare come la morte, Paolini lo sapeva ed è riuscita in principio a neutralizzarlo con i suoi schemi pensati, pieni di ordine, calibrati al centimetro. L’altra al contrario sembrava persa nella tensione, contratta e fallosa oltre misura: peccato grave per una che tira sempre a braccio sciolto, secondo la strategia costante del rischiatutto. Proprio puntando sull’apparente nonsense del dentro o fuori a ogni costo, Diana ha messo a fuoco i suoi colpi potenti pareggiando il conto. Per innescare a stretto giro la freccia del sorpasso: 5-4 in un soffio, e pubblico ammutolito per lo stupore.
Paolini tramortita, al tappeto, si è aggrappata alla tenacia interiore rialzandosi. Ha ricominciato a usare gli angoli, ha alzato le traiettorie della palla, ha cercato gli errori di una rivale per natura fallosa. Capovolta la prospettiva, la toscana si è così procurata l’ennesimo break issandosi sul 6-5 a suo favore, con il servizio a disposizione per chiudere il set. Qui un ignoto mazziere ha di nuovo scombinato le carte: due regaloni hanno consentito alla russa di agganciare il tiebreak e riveder le stelle. Con il morale sotto le scarpe, Jas ha perso 7-1 senza lottare una frazione vinta due volte e due volte buttata via. Un cazzotto da ko.
Lo scialo è continuato nel secondo set. Dilapidati i primi quattro giochi, Paolini pareva avviata a una sconfitta veloce, durissima e ingiusta nelle proporzioni. Tutto finito? Mai dire mai. Affacciati a una nuvola maliziosa, gli Dei del tennis hanno accarezzato il viso di Miss Smile bagnandolo di pioggia. Inevitabile lo stop: una pausa piccola piccola, quanto bastava però a rimettere tutto in discussione. “Quei cinque minuti sono stati provvidenziali. Ho schiarito le idee, il mio angolo e il pubblico hanno fatto il resto”. Cruciale, ha spiegato alla fine Jasmine, è stato il coaching di Errani: “Sara mi ha raccomandato di sfruttare le parabole, giocare profondo e soprattutto scansare il dritto della russa. Ha funzionato e l’abbiamo sfangata”.
Come fosse un negativo fotografico, la trama del film s’è snodata in un deja vu all’inverso. Stavolta è stata l’azzurra a rimontare, passare avanti e chiudere 6-4 con il sorriso e i colpi magicamente ritrovati. In totale confusione, Shnaider s’è rifugiata nella toilette per guardarsi allo specchio e chiedere alla sua immagine riflessa: com’è potuto accadere? Per quanto sembri inverosimile, dev’esserle arrivata una risposta valida. Al rientro in campo, la russa è infatti tornata a pressare come una forsennata, conquistando il break e salendo 2-0. Paolini non si è arresa. Ha resistito all’uragano di una giocatrice istintiva e discontinua, ha ricostruito i colpi, ha puntato tutto sul quarto gioco che poteva riaprire la partita o chiuderla per sempre. Una, due, tre palle break: la quarta le ha permesso di pareggiare il conto. Non solo. Ha immediatamente messo il naso avanti per la prima volta nel terzo set, ha resistito al ritorno dell’avversaria e passo dopo passo è scappata via imprendibile. Sei giochi di fila, fuga per la vittoria. Arrivata al termine di due ore e ventotto minuti da teatro dell’assurdo.
Jasmine proverà a ripetersi in semifinale. Giovedì troverà l’ucraina Elina Svitolina, che ha vinto due volte gli Internazionali di Roma, o la rivelazione americana Peyton Stearns. In un caso o nell’altro, sarà un match da non perdere. In tutti i sensi.