Carlo Ancelotti se ne va sempre più lontano dall’Italia: la sua prossima panchina sarà quella del Brasile, la sfida più grande della sua luminosissima carriera da tecnico. “La più grande Nazionale della storia del calcio sarà ora guidata dall’allenatore più vincente del mondo” recita il comunicato ufficiale della Seleçao uscito lunedì pomeriggio. “Carlo Ancelotti, sinonimo di conquiste storiche, è stato annunciato questo lunedì (12) dal presidente della CBF, Ednaldo Rodrigues, come il nuovo commissario tecnico della Nazionale brasiliana. Guiderà il Brasile fino alla Coppa del Mondo del 2026 e sarà già in panchina per i prossimi due incontri di qualificazione contro Ecuador e Paraguay, in programma il mese prossimo”.
“Portare Carlo Ancelotti alla guida del Brasile è più di una mossa strategica” prosegue il comunicato. “È una dichiarazione al mondo che siamo determinati a riconquistare il gradino più alto del podio. È il più grande allenatore della storia e, ora, è al comando della più grande nazionale del pianeta. Insieme scriveremo nuovi capitoli gloriosi del calcio brasiliano, ha dichiarato Ednaldo Rodrigues, presidente della CBF”.
L’ultima partita della stagione della Liga spagnola sarà domenica 25 maggio e al momento il Real Madrid sotto la guida di Ancelotti è secondo in classifica con 75 punti contro gli 82 del Barcellona; lo scudetto è matematicamente lontano, la qualificazione alla Champions sicura.
Ancelotti è ormai figura emblematica del calcio mondiale. Nato il 10 giugno 1959 a Reggiolo, in Emilia-Romagna, da giocatore era un centrocampista ordinato, intelligente e tatticamente molto disciplinato. Ha vestito le maglie della Roma e soprattutto del Milan, vivendo un’epoca d’oro sotto la guida di Arrigo Sacchi, con cui ha vinto tutto: scudetti, Coppe dei Campioni, Coppe Intercontinentali.
Ma è da allenatore che Ancelotti ha davvero scritto la storia. Dopo un inizio con la Reggiana e poi con il Parma, si afferma alla Juventus, ma è con il Milan che raggiunge la consacrazione. Sotto la sua guida, i rossoneri conquistano due Champions League, imponendosi con un calcio elegante e solido, con protagonisti come Pirlo, Kaká, Shevchenko, Maldini. Quel Milan rimane ancora oggi uno dei ricordi più vivi per molti appassionati.
Negli anni successivi, Ancelotti diventa un autentico “uomo del mondo”: allena il Chelsea, il Paris Saint-Germain, il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Napoli, l’Everton… Ovunque lascia il segno, non solo per i trofei (tra cui la storica “Décima” Champions League con il Real Madrid nel 2014), ma per il modo in cui riesce a far convivere talento, personalità complesse e un’idea di calcio sempre al servizio della squadra.
È l’unico ad aver vinto i cinque principali campionati europei: Serie A, Premier League, Ligue 1, Bundesliga e Liga. Una carriera leggendaria, costruita con il carisma, l’abilità tecnica e la capacità di guidare lo spogliatoio. L’unico posto dove ha davvero fallito: il Napoli dove approdò il 23 maggio del 2018. Il divorzio – per incompatibilità col presidente De Laurentiis – arrivò il 10 dicembre 2019.
Esaurita questa breve parentesi italica, Carletto Ancelotti è tornato nel vasto mondo. In questa stagione di nuovo alla guida del Real Madrid, adesso proiettato al di là dell’Atlantico.