Al confino obbligato il re Sinner, l’ltaltennis si affida al principe azzurro. E sono buone mani, perché a 23 anni Musetti sta vivendo il momento migliore della sua giovane carriera di predestinato. L’avevamo lasciato un mese fa a 15 punticini dalla favolosa top ten, sconfitto nel Master 1000 di Montecarlo dalla fatica e da un fastidio alla coscia più che dai fuochi d’artificio di Alcaraz. Era solo questione di tempo, e quel tempo è arrivato sulla Caja Magica – la scatola magica – di Madrid. Battendo 6-4, 6-3 il lucky loser canadese Gabriel Diallo, Lorenzo il Magnifico s’è conquistato la semifinale di un altro torneo a cinque stelle legittimando l’ingresso nell’élite della classifica.
E’ il sesto italiano a riuscirci dal 1973, cioè da quando è il computer a stilare il ranking Atp. Nell’ordine sono: Jannik numero uno in carica, Panatta numero quattro nel 1976, Berrettini numero sei nel 2022, Corrado Barazzutti numero sette nel 1978, Fabio Fognini numero nove nel 2019. All’elenco vanno però aggiunti tre nomi di un’altra epoca, eletti nell’Olimpo dai cinque giornalisti specializzati che allora facevano testo: Nicola Pietrangeli numero tre nel 1959 e 1960, Uberto De Morpurgo numero otto nel 1930 e infine Giorgio De Stefani numero nove nel 1934. Senza dimenticare le cinque ragazze d’oro: Schiavone, Paolini, Errani, Pennetta, Vinci. Adesso tocca al carrarino, erede legittimo dei campioni dai gesti bianchi. Ha bussato alle porte del paradiso e la risposta è stata: si accomodi, l’aspettavamo. Per il momento s’è accomodato sulla poltrona numero nove, sloggiando il russo Medvedev. Ma se arrivasse in finale o addirittura vincesse il Mutua Open spagnolo, beh allora ci sarebbe da allacciare le cinture per ripararsi dalla vertigine.
Diallo, padre della Guinea e madre ucraina, non era avversario facile. La differenza tra i due è tangibile, ma accade spesso che il giocatore meno accreditato azzecchi la settimana giusta andando oltre i propri limiti. I segni premonitori c’erano tutti. Ripescato come perdente fortunato nelle qualificazioni, ha approfittato del buco lasciato nella sua fetta di tabellone dalla rinuncia di Alcaraz. E’ avanzato ribaltando il match degli ottavi, vinto il rimonta dopo aver annullato tre palle partita al favorito bulgaro Dimitrov. Bisognava dunque fare attenzione, considerando anche l’uno a uno nei confronti diretti. Va detto che Diallo è giocatore potente, alto due metri e tre centimetri, più a suo agio però sul cemento che sulla terra rossa: il giardino di casa Musetti. Il toscano è inoltre in grande ascesa, maturato dal punto di vista psicologico.
Diallo ha approfittato della partenza macchinosa di Lorenzo, ancora imbastito dalla partita di giovedì finita oltre la mezzanotte. Ha segnato un break pericoloso salendo 4-2, ma l’italiano è stato bravo a controbattere: ha pareggiato immediatamente i conti e messo la freccia per un faticoso 6-4. Scampato il pericolo, da lì in poi è stata solo discesa. Agevolata da alcuni disastri del canadese sotto rete e con il dritto, incapace di fronteggiare le palle profonde e arrotate che atterravano nei pressi della riga di fondo. Il 6-3 conclusivo è stato la logica conseguenza di un dominio costante negli scambi.
Non è solo sapienza tecnica e strategica, La svolta nella vita privata ha contribuito alla crescita di un talento come ce ne sono pochi, pochissimi. Il ragazzo che sei anni fa è stato da junior il numero uno del mondo, stilisticamente perfetto, virtuoso magnifico da vedere con quel rovescio a una mano da cineteca, ha messo su casa con la compagna Veronica ed è diventato padre di Ludovico. Di pari passo, lo scorso anno ha vinto il bronzo alle Olimpiadi di Parigi, arrivando poi in semifinale sull’erba di Wimbledon. Una crescita progressiva. Finché negli ultimi trenta giorni ha castigato due volte Il greco Tsitsipas e l’aussie De Minaur, acquistando ulteriore fiducia. “Ho fatto lo scatto in avanti che aspettavo da tempo. Ora sono consapevole del mio valore”, ha detto di sé.
In semifinale trova ora un ostacolo molto alto: Jack Draper, freschissimo numero cinque del mondo e grande amico di Sinner. L’inglese ha impressionato il pubblico per la facilità con cui ha travolto in due set l’orgoglioso Matteo Arnaldi. La violenza del suo tennis mancino sarà un esame tosto per Musetti, finora sconfitto tre volte su tre nei confronti diretti. Draper è favorito anche per il suo ruolo di ammazza-italiani: contro di loro ha vinto dodici volte, perdendo un solo match. Indovinate con chi? Un indizio può aiutare: è un tizio con i capelli rossi.