Musetti non si ferma più. Elimina in rimonta il campione uscente Tsitsipas (tre volte trionfatore a Montecarlo), centra la prima semifinale in un Master 1000, diventa il numero 13 del mondo e domani affronterà l’australiano De Minaur per continuare a sognare.
È stata una battaglia durata due ore e 21 minuti sul centrale intitolato al principe Ranieri e finita 1-6, 6-3, 6-4 con i tifosi italiani in tribuna a sventolare il tricolore. Il match ha cambiato volto strada facendo. Senza storia il primo set per il greco, partito subito forte dai blocchi e salito 6-1 in un volo di farfalla. Lorenzo però non ha mollato. Pur tra i lamenti, è rimasto lucido cercando di mettere in ordine il piano studiato alla vigilia: non farsi schiacciare dalla combinazione servizio-dritto, letale sulla terra battuta quando Tsitsi inchioda l’avversario nell’angolo sinistro.
Pian piano il Muso ha riconquistato un metro di campo, alzando la voce. Inappuntabile per un set e mezzo, per il principio dei vasi comunicanti applicato alla racchetta, Stefanos è stato visitato dalle incertezze che l’affliggono da parecchio tempo. In breve l’effetto tarlo nella testa s’è riverberato sul colpo meno solido, ovvero il rovescio, e il carrarino ha iniziato la risalita. Non prima però d’essersi seduto sull’altalena: tre palle break annullate, un break arraffato, ceduto subito dopo, recuperato all’istante. Il game al servizio chiuso a zero ha sigillato con il silicone il 6-3 che ha riportato l’incontro in perfetto equilibrio.

Con questi differenti stati d’animo in premessa, è cominciata la frazione decisiva. L’alternanza dei servizi è filata liscia fino al 3-3, anche se Lorenzo era stato a un metro dal precipizio: ha concesso quattro palle break e quattro volte le ha annullate, grazie al coraggio e al talento luccicante che fa bene agli occhi degli spettatori. Fallita l’occasione per scappare via, imprevedibilmente è stato proprio Tsitsipas ad accusare un passaggio a vuoto: 30-0, poi il buio. Un doppio fallo gli è costato il break, consolidato da Musetti con autorità nel suo turno di battuta: 5-3, camera con vista sul traguardo. Il greco ha cercato di restare agganciato, ma l’azzurro s’è procurato due match point con personalità: è bastato il primo per mettere in cassaforte 6-4 una delle vittorie più belle della carriera.
“Sono orgoglioso, ho alzato il livello del mio gioco battendo Stefanos per la prima volta”, ha detto il carrarino a caldo nel dopo partita. I confronti diretti raccontavano un 5-0 per Tsitsipas (quattro successi sulla terra rossa, superficie preferita da entrambi). Con il pessimo ricordo dell’occasione perduta tre anni fa al Roland Garros: Lorenzo sconfitto al quinto set dopo aver messo a referto i primi due. È stata una gran bella rivincita. Il greco se ne va invece con i suoi problemi irrisolti: il nuovo coach Ivanisevic dovrà lavorare a fondo sull’aspetto mentale e su quel terrificante 26 per cento di prime palle in campo nel set conclusivo.
In semifinale Musetti trova De Minaur che lo precede in classifica, è in forma, ha risparmiato energie preziose rifilando un doppio 6-0 al bulgaro Dimitrov, è capace di correre a piedi la Parigi-Dakar senza stancarsi. Però il mattone tritato non è casa sua e il Muso ha un braccio che l’altro può solo invidiargli. Deciderà la testa come sempre: è il tennis, bellezza.