L’annuncio clamoroso è arrivato a fine partita, quando Sinner ha detto davanti alle telecamere di Eurosport che questo sarà l’ultima stagione del coach Cahill nel circuito. “Non è una novità, l’aveva affermato lui stesso pubblicamente”, si è poi tirato indietro Jannik. Spiegando in aggiunta: “Comunque un anno è lungo, vedremo che cosa deciderà Darren”. La notizia ha spostato leggermente in secondo piano la partita contro il carneade Tristan Schoolkate, 173° del ranking, al debutto all’Australian Open con una wild card. Il fuoriclasse azzurro ci ha messo un’oretta buona per imbavagliarlo: ha ceduto il primo set, e fino al 3-3 del secondo ha arrancato cercando la soluzione a un problema imprevisto. Poi, trovata la chiave com’era logico, ha preso il largo fino al 4-6, 6-4, 6-1, 6-3 finale. Che l’aussie non fosse uno scappato di casa, malgrado la classifica, s’era però capito avendo battuto al primo turno il giapponese Taro Daniel, che sprovveduto non è. “Allenarmi con Jannik sarebbe fantastico, il suo tennis è fenomenale”, raccontava il 23enne di Perth qualche mese fa. Non avrebbe immaginato di trovarselo davanti come avversario sulla Rod Laver Arena gremita, ma questo non gli ha creato imbarazzi particolari. E’ anzi partito con tanta aggressività facendo leva sul servizio, le discese a rete ripetute, il dritto tirato a tutta. E ha contato sul fattore sorpresa. Tutte cose che hanno destabilizzato Sinner in evidente difficoltà.
Sostenuto dal pubblico per intero dalla sua parte, Schoolkate ha messo in campo un tennis arrembante contro il numero uno del mondo che non lo conosceva affatto. Soprattutto in risposta, Wonder Boy faticava a leggere le traiettorie. Ma anche nei turni di servizio non tutto è andato liscio. Jannik ha portato a Melbourne qualche cambiamento nel movimento: un maggior dinamismo nella spinta delle gambe e una velocità più alta del mulinello, cioè la fase di discesa dietro la schiena e di risalita della racchetta. L’obiettivo è alzare la percentuale di prime palle in campo non esaltante rispetto ai migliori del circuito: appena un 61,4%. Il discorso cambia radicalmente se riferito ai punti conquistati quando la prima entra: Jannik è terzo con il 79,4%, dietro solo a Grigor Dimitrov con l’80% e a Giovanni Mpetshi Perricard con l’80,1%. Il campione altoatesino è altresì in testa nella classifica per i game vinti nei turni di battuta: il 91,4%. Eppure è necessario innestare delle novità per restare al vertice. Anche a rischio di fare qualche passo indietro durante il percorso.
La somma di motivi ha fatto sì che Schoolkate portasse a casa l’imprevisto 6-4 con un break a zero nel decimo game. Un piccolo evento, che ha interrotto la serie di 29 set consecutivi conquistati da Sinner. Non contento dell’impresa, l’australiano ha messo il naso avanti all’inizio della seconda frazione, cosa che ha visibilmente innervosito – e preoccupato – la Volpe Rossa. C’è voluto un break sul 3-3 per scioglierlo e cambiare di colpo la piega del match. Una volta presa la rincorsa, è scattato verso il 6-4 scacciapensieri, favorito dal principio dei vasi comunicanti: mentre lui è salito al servizio e in risposta, l’altro ha accusato quel calo fisiologico che s’è tradotto in una disfatta nei turni di battuta. Si spiega così il 6-1 perentorio che non ha lasciato dubbi sull’esito del confronto. E infatti nel quarto set Jan ha subito strappato il servizio all’indomito Tristan, che seppur sotto nel punteggio continuava a crederci. Rimediato con pazienza e applicazione a una giornata così così, il nostro eroe s’è quindi involato nel quarto set approfittando di un break immediato, per chiudere 6-3 sull’abbrivio. Fine della storia.
“Non l’avevo mai visto giocare”, ha ammesso Sinner al microfono di un intervistatore d’eccezione: nientemeno che John McEnroe, protagonista di un divertente siparietto sul tema del carattere. Aggiungendo: “Sono felice della mia partita, non do mai niente per scontato e so che devo stare sempre attento. Ho giocato di sera, ed era la prima volta quest’anno, in più il vento forte mi ha creato qualche fastidio. Posso mostrare un livello superiore”. Ce ne sarà bisogno già nella prossima sfida con l’americano Marcos Giron che ha fatto fuori l’argentino Etcheverry, giustiziere del romano Cobolli. Se supererà quell’ostacolo ce ne sarà probabilmente uno più insidioso, ovvero Holger Rune uscito vittorioso dal braccio di ferro con l’ottimo Berrettini.

L’uomo del giorno a Casa Italia è però sicuramente Lorenzo Sonego, capace di eliminare contro pronostico il bambino prodigio Joao Fonseca, già battezzato come piccolo Sinner. Tutti aspettavano il diciottenne brasiliano, campione delle Next Gen, che nel primo turno aveva strabiliato pubblico ed esperti strapazzando il russo Andrej Rublev, testa di serie numero 9. Ma evidentemente, almeno per oggi, il futuro ha un cuore antico. La garra di Sonego è venuta fuori in tutto il suo splendore nel momento della battaglia: cinque set e tre ore e 37 minuti per chiudere 6-7, 6-3, 6-1, 3-6, 6-3 il match in suo favore. Il torinese-torinista è stato esemplare, rintuzzando con una prestazione maiuscola la torcida verdeoro, che ha fatto un tifo da stadio per il nuovo idolo. È stato perfetto in tutto. Fantastico al servizio e con il dritto, ottimo in risposta, ha rimediato con orgoglio ai due set point non trasformati nella prima frazione persa al tiebreak in volata. Anziché demoralizzarsi, ha ripreso con slancio ancora maggiore: doppio break, uno a uno e palla al centro.
Stordito e alle corde, Fonseca non sapeva proprio come arginare la marea. Tanto che quasi senza opporsi ha incassato un altro cazzotto pesantissimo: il 6-1 nel terzo set che avrebbe potuto tramortirlo. In quel frangente, con l’inerzia a favore, Lollo s’è distratto regalando i primi due game della quarta frazione all’avversario. Un calo di tensione breve, ma costato carissimo malgrado il tentativo di rimonta: il 6-3 subìto non faceva presagire nulla di buono. Ma quando c’è da combattere, Sonego si esalta. Annullata una palla break al brasiliano sul 3-3 del set decisivo, è stato lui a fare il colpo nel game successivo. È stata quella l’anticamera del trionfo: il sigillo per il 6-3, manco a dirlo, è stata una prima vincente. Il marchio di fabbrica di Lollo. Che rientra così fra i primi 50 del mondo e raggiunge un terzo turno Slam dopo il Roland Garros 2023, aspettando l’ennesimo giovanotto emergente: l’ungherese Maroszan che ha eliminato, anche lui in cinque set, l’americano Tiafoe. Quanto a Fonseca – “E’ talento puro”, ha detto di lui Sonego ammirato – il paradiso può attendere: il marziano prossimo venturo è tornato sulla Terra.