È di un gran bel Musetti il primo acuto azzurro nella mattina assolata di Melbourne, notte fonda in Italia. Nella sfida stilistica tra due artisti del rovescio a una mano, il carrarino ha battuto con merito Shapovalov in tre set: i primi due lottati punto a punto, il terzo a braccio sciolto. Lo score finale è indicativo: 7-6, 7-6, 6-2. Ma ancor più espliciti sono un paio di dati riassuntivi. Se il Muso ha pareggiato 26-26 il conto tra colpi vincenti ed errori non forzati, non così è per l’avversario. E si capisce perché lo chiamino Sciupovalov, vista l’enormità dei 62 gratuiti e la montagna di doppi falli: alla fine sono stati 16, roba che richiama alla mente il proverbiale cupio dissolvi di Camila Giorgi.
Lorenzo e il canadese arrivavano entrambi da due vittorie complicate e faticose in quattro set, rispettivamente contro Matteo Arnaldi e lo spagnolo Roberto Bautista Agut. Musetti ha però capitalizzato la lezione del derby, che voleva dire servire meglio e dimenticare il formidabile record negativo di palle break concesse – erano state 434 in totale, sue più o meno la metà. Ha scelto quindi di battere in sicurezza, abbassando la velocità ma accentuando le rotazioni, così da non farsi rubare il tempo. La statistica l’ha premiato con un ragguardevole 68 per cento di prime in campo, che gli hanno fruttato il 76 per cento di punti. È stato questo un tassello decisivo per il successo.
Il rivale aveva in mente un piano d’attacco che, male per lui, non è stato granché produttivo. Raramente ha messo alle strette il toscano, capace di fare partita di difesa evitando l’assedio grazie alla sua duttilità: mai una palla uguale all’altra, ora in spinta ora ricamando con il rovescio in back, in modo da scambiare da fondo campo senza dare ritmo alla partita. Per fronteggiare una simile tattica sarebbe servita tanta pazienza, virtù che l’altro possiede in misura ridotta. Il canadese ha esaurito la sua nei primi due set, poi ha mollato mentalmente nel terzo scivolato via velocemente. Finché è durata, però, il match è rimasto in equilibrio come testimonia l’approdo a due tiebreak.
Musetti ha perso una sola volta il servizio, proprio in apertura: indietro 3-0 è comunque riuscito immediatamente nel controbreak. Da quel momento in poi, tra squisitezze, colpi eleganti e un errore marchiano, si è arrivati in dirittura d’arrivo. Sul 5-5 la svolta mancata, con Musetti incapace di sfruttare due palle per strappare la battuta all’avversario. Bravo lui, non c’è stato a pensare più di tanto e nel successivo tiebreak s’è involato 5-0. “Continua a fare gioco”, ha approvato dall’angolo il coach Tartarini. Suggerimento che si può volgarizzare così: tanto, prima o poi, il canadese un regalino te lo fa sicuramente. Così è stato e non poteva essere altrimenti. Shapo è un cavallo selvaggio, il talento pari all’incostanza come racconta tutta la sua storia di tennista. Esploso come ragazzo prodigio, a 25 anni non ha ancora trovato la propria dimensione malgrado il matrimonio con una solida collega. Numero 10 del mondo nel 2020, semifinalista a Wimbledon 2021, è precipitato al numero 56 attuale per colpa anche di un infortunio al ginocchio che ne ha ridimensionato le ambizioni. Uno scialo tale da far girare la testa ai diversi allenatori che hanno tentato, invano, di indirizzarlo sulla strada giusta.
La seconda frazione s’è sviluppata in fotocopia: due palle break non trasformate per parte e giochi al servizio vinti a zero, come davanti a uno specchio. Tiratissimo il tiebreak, giocato con il cuore in gola: Musetti poteva chiuderlo sul 6-5, ma uno sciagurato doppio fallo ha rimesso in corsa l’avversario. Ciò malgrado ha resettato l’inciampo con un dritto vincente, senza farsi prendere dall’ansia, mentre il canadese ha ricambiato generosamente il regalo: due servizi out e secondo set nel borsone di Lorenzo. Il match è finito lì. Deluso, la mano su un fianco dolente, Shapo ha giocato di puro istinto senza la minima costruzione tattica, con il solo desiderio di correre sotto la doccia. Lollo è stato perfetto: non s’è fatto distrarre e ha respinto l’ultimo sussulto dell’altro per chiudere 6-2 al terzo match point. E adesso al terzo turno avrà un altro avversario tosto: l’americano Ben Shelton, bombardiere capace di servire a 230 orari, fortissimo nei colpi ma acerbo strategicamente. Numero 15 contro numero 20 della classifica, i precedenti stanno due a zero per l’azzurro. Sarà un match da vivere pericolosamente.