Due set point mancati nel primo set. Altri due nel quarto. E un vantaggio di 5-2 svanito nel tiebreak che avrebbe potuto riequilibrare la partita. Così si riassume la sconfitta di Matteo Berrettini contro Holger Rune nel secondo turno dell’Australian Open. “Mi manca ancora l’abitudine a certe partite. Non ho saputo sfruttare le occasioni, avrei dovuto essere più aggressivo,” ha ammesso il romano. Un’amarezza giustificata: il risultato, 7-6, 2-6, 6-3, 7-6, racconta di una sfida combattuta fino all’ultimo. Nonostante l’eliminazione, Berrettini può consolarsi con segnali di ripresa, avvicinandosi al livello che aveva prima dei numerosi infortuni che l’hanno rallentato negli ultimi anni.
Entrambi i giocatori si sono presentati a Melbourne con qualcosa da dimostrare. Berrettini, 28 anni e numero 32 del ranking, cerca di lasciarsi alle spalle mesi difficili, mentre Rune, 22 anni e tredicesimo al mondo, prova a ritrovare lo smalto che lo aveva fatto emergere come baby prodigio. Dopo un primo turno complicato per entrambi, la sfida prometteva equilibrio: Matteo aveva superato Norrie in rimonta, mentre Rune aveva battuto Zhang al quinto set.
L’avvio di Berrettini è stato promettente. Dopo aver salvato una palla break nel primo game, ha imposto il suo ritmo con servizi potenti e un dritto incisivo. Il break per il 4-1 sembrava preludere a un set in discesa, ma sul 5-3, con due set point a disposizione, Matteo ha subito il controbreak. Come spesso accade nel tennis, Rune ha approfittato dell’occasione, aggiudicandosi il tiebreak dopo 54 minuti di lotta.
La reazione di Berrettini è stata da campione: un break immediato e un dominio netto nel secondo set, chiuso 6-2. Ma il terzo parziale ha cambiato l’inerzia del match. Rune ha sfruttato un calo di Matteo, centrando un break decisivo con due colpi che hanno baciato le righe. Nel quarto set, Berrettini ha subito un break iniziale, ma non si è arreso: recuperato lo svantaggio, ha avuto due set point sul 6-5. Tuttavia, il danese ha resistito, portando tutto al tiebreak decisivo.
Qui Matteo sembrava avere il controllo, salendo 5-2 con il servizio a disposizione. Ma un paio di errori e un passante fortunato di Rune hanno cambiato tutto. “Mi sentivo bene, ero pronto per il quinto set, ma è andata male,” ha spiegato Berrettini. Al secondo match point, Rune ha chiuso la partita dopo tre ore e mezza di battaglia.
Nonostante la delusione, l’analisi di Matteo è lucida: “Sono migliorato nel rovescio, in risposta e nel gioco in avanti. Ma nei momenti chiave sono ancora indietro: il tennis è uno sport di ritmo, e stare fermo sette mesi pesa.” Ora lo attendono Rotterdam, Doha e Dubai, seguiti dai tornei americani di Indian Wells e Miami: occasioni per ritrovare continuità. Rune, invece, affronterà Kecmanovic, con la possibilità di incrociare Jannik Sinner più avanti nel torneo.