E poi ne rimase una sola. Con un compitino facile facile da svolgere, Paolini è promossa al terzo turno sul cemento di Melbourne, dove l’anno scorso è cominciata la sua stagione d’oro. Ma è l’unica superstite della squadra azzurra che ha trionfato nella Billie Jean King Cup. Lucia Bronzetti ha infatti sprecato l’occasionissima di prenotare una prestigiosa camera con vista sulla seconda settimana dell’Australian Open, sconfitta contro pronostico dalla romena Cristian. Al contrario, Jasmine – il cui voto è un otto pieno – ha rispettato le quote dei bookmaker liquidando senza penare 6-2, 6-3 la messicana Renata Zarazua, numero 70 della classifica e ancora alla ricerca di un successo di prestigio su una top ten. È bastata un’ora e mezzo di gioco per archiviare la pratica. Giudizio sospeso a metà: è lei che fa sembrare tutto semplice, oppure è stata determinante la complicità dell’avversaria? Probabilmente la verità va divisa in parti uguali, ciò non toglie che la ragazza di Bagni di Lucca ha incantato il pubblico come ormai è sua abitudine.
Tutti i suoi errori li ha riversati nel primo game, in cui ha ceduto a freddo il servizio. Immediato il controbreak, e da lì in poi solo discesa. Zarazua tira piano e batte piano, due caratteristiche che per paradosso mandano in tilt giocatrici di ritmo come l’americana Townsend, fatta fuori al primo turno. Paolini non è caduta nella rete, imponendo una velocità di crociera insostenibile per l’altra. Quattro giochi di fila l’hanno messa comoda, il resto è stata una formalità. Intascato il primo set, il monologo è continuato uguale nella frazione successiva finché la sudamericana ha trovato il break del 3-4. Aveva dunque la possibilità di sfruttare il servizio per appaiare Jasmine, ma alla fine del game più lungo della sfida ogni tassello è tornato al suo posto. Andata a battere con le palle nuove, la numero quattro del mondo ha fatto il suo regolando i conti con autorità.
“E’ stato un match non così facile perché lei ti rimanda sempre indietro la palla, sono contenta di essere riuscita a chiudere in fretta”, ha detto Miss Smile nel post partita. E a proposito del debutto sulla mitica Rod Laver Arena, ha commentato: “Ero nervosa, perché questo è un campo fantastico”. Il difficile viene adesso. Nel prossimo incrocio dovrà vedersela con l’ucraina Elina Svitolina, best ranking da numero tre, madre di una bambina e moglie di Gael Monfils, campionessa in tutto e per tutto. “Ci siamo allenate insieme qualche giorno fa, è in grande forma”, ha svelato Paolini. Sarà dura.
Non ce l’ha fatta invece Lucia Bronzetti, attesa alla prova del nove dopo l’esaltante successo su Vika Azarenka. L’avversaria romena Jacqueline Cristian ha sostanzialmente meritato la vittoria 7-5, 7-5, mettendo a segno 26 vincenti contro 8 della romagnola. Ed è stata più solida alla battuta, come sportivamente sottolineato da Lucia: “È stata migliore di me, non sono riuscita a ottenere dal servizio punti facili. Il vento mi ha dato fastidio ma non è una scusante. Sono rimasta troppo dietro e se non l’attacchi, Jacqueline ti castiga”. La delusione si sente, anche perché affrontare al terzo di uno Slam la lucky loser tedesca Lys non capita spesso. Resta comunque in Australia senza dover fare la valigia: almeno nel doppio con Anhelina Kalinina s’è tolta una piccola soddisfazione.