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Australian Open, Berrettini martella Norrie: ora sfiderà Rune

L'azzurro si impone con il risultato di 6-7, 6-4, 6-1, 6-3

Massimo CutòbyMassimo Cutò
Australian Open, Berrettini martella Norrie: ora sfiderà Rune

epa11822820 Matteo Berrettini of Italy celebrates after winning Cameron Norrie of Great Britain during the Men's Singles first round match at the Australian Open tennis tournament in Melbourne, Australia, 14 January 2025. EPA/JOEL CARRETT AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

Time: 3 mins read

The Hammer è qui e lotta assieme a noi. Sul cemento della Kia Arena gremita, Berrettini ha schiantato alla distanza il britannico Cameron Norrie, che aveva creduto di farcela dopo il primo set infilato nello zaino senza particolari meriti. Matteo ha avuto la forza mentale di non mollare, ha ricostruito il suo puzzle, l’ha raggiunto e sorpassato: 6-7, 6-4, 6-1, 6-3 lo score finale dopo quasi tre ore di gioco. Segno che la condizione atletica c’è, la tecnica e la visione strategica non le aveva mai perse. Quanto al carattere, quello fa parte della sua genetica. Ma che gran piacere dev’essere tornare a giocare libero in uno Slam che l’ha visto semifinalista tre anni fa, spingendo i colpi senza timore di farsi male. Troppe volte i ritorni dai ricorrenti infortuni si sono scontrati con la realtà di mortificanti ricadute. Stavolta non sarà così, non può essere così perché il destino è ancora debitore, e quanto, del bombardiere azzurro.

Non è stato un primo turno facile, com’era prevedibile alla vigilia al di là delle quote sbilanciate dei bookmaker. Da una parte il romano, 28 anni e almeno due vite masticate, oggi casella 34 della classifica dopo essere stato numero sei al mondo; dall’altra il macino inglese nato a Johannesburg, anni 29, numero 52 e best ranking da otto. Tra loro un solo precedente, ricordo dolcissimo per Matteo: era il 2021, sull’erba del Queen’s Club a Londra, quando conquistò in rimonta il torneo della Regina. Prendendo da lì lo slancio per la memorabile cavalcata di Wimbledon due settimane più tardi, primo italiano nella storia finalista a Church Road, pur se battuto da sua maestà Nole Djokovic.

Altri tempi. Eppure il Martello ha la voglia e l’artiglieria per tornare tra i primi dieci o in zona limitrofa. Soprattutto ci crede: “Sono arrivato a Melbourne pronto e carico, non succedeva da un po’. Negli ultimi due anni è stata sempre una rincorsa, un cercare di rientrare. Fermarsi, ripartire, fermarsi: è stato complicato. La vita non è solo prendere a racchettate una pallina. Stavolta ho potuto lavorare al mio obiettivo senza fretta, senza farmi prendere dall’ansia di dimostrare subito qualcosa, far punti, risalire la classifica. La parola d’ordine è diventata un’altra: pazienza”. Ce n’è voluta tanta anche nell’assolata controra dell’Australian Open per resistere allo scoramento di un primo set scappato via senza una reale spiegazione. Sull’onda del servizio formato gigante, Berrettini aveva rischiato solo nel terzo game: due palle break concesse al rivale, disinnescate con lo schema preferito battuta-dritto. Anzi, è stato lui ad avere la grande occasione sul 6-5 senza riuscire a trasformare il set point costruito con una buona risposta. Si è così arrivati al tiebreak, piatto forte nel menu della casa. Matteo è scappato 4-1, poi d’improvviso il pilota automatico s’è inceppato: sei punti di fila al passivo e addio. Che peccato, che spreco.

epa11822640 Matteo Berrettini of Italy in action against Cameron Norrie of Great Britain during the Men’s Singles first round match at the Australian Open tennis tournament in Melbourne, Australia, 14 January 2025. EPA/JOEL CARRETT AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

Berretto, costretto a inseguire, ha avuto già sull’uno a uno la possibilità di rientrare in partita, però Cameron è stato bravo a tirarsi fuori dalla buca. Sembrava l’ennesimo treno passato senza salirci su, ma il nostro eroe ha un cuore che pompa il doppio: altre due palle break e finalmente lo strappo del tre a due. La vicenda è proseguita seguendo l’alternanza dei turni di battuta, finché è arrivato il momento cruciale. Al servizio con l’obbligo di pareggiare il conto, Matteo è scivolato su un doppio fallo figlio della tensione, per issarsi comunque al benedetto set point. Trasformato con una prima pesantissima scacciafantasmi: 6-4 e palla al centro.

Confuso e in crisi fisica malgrado il rifornimento di integratori, Norrie ha cominciato il terzo set infilando una collana di errori gratuiti. Ovvio che a Berrettini non è parso vero: rotto l’argine, ha cominciato a sparare colpi di mortaio senza pietà dall’altra parte della rete. In balia del tornado, l’inglese ha abbassato la guardia ritrovandosi sommerso da una salva di palle break. Si spiega così il 6-1 che ha orientato definitivamente la partita verso i tanti tricolori sventolati in tribuna, mentre capita l’antifona due biondine arrotolavano l’Union Jack. Il quarto set ha vissuto infatti un unico sussulto, che pure poteva cambiare verso alla storia. Matteo ha concesso due pericolosissime palle break proprio in avvio, cancellate grazie al suo protettore San Servizio. Un santo capace di fare miracoli e ripeterli a richiesta. Gli spettatori si sono così divertiti a vedere un prodigio non così frequente: un duplice perfect game, e cioè quattro ace più altri quattro uno dietro l’altro.

Il resto è venuto di conseguenza. La cambiale firmata da Norrie è andata puntuale in scadenza nell’ottavo gioco, consegnato senza condizioni all’avversario ormai incontenibile: Berrettini ha stampato due servizi vincenti, quindi l’ace trentuno e l’ace trentadue per l’happy hand strameritato. E’ un primo passo, d’accordo. Eppure l’urlo liberatoria a fine partita è il segno della felicità e di una consapevolezza figlia della tenacia: “L’atmosfera qui è stata super e ho provato sensazioni incredibili: grazie mille a tutti. Cerco di godermi ogni partita, l’anno scorso ho visto il torneo alla tivù da casa”. Il prossimo turno sarà una sfida durissima: l’avversario si chiama Holger Rune, testa di serie numero tredici, il disordinato bad boy danese dal grande talento che ha battuto in cinque set sofferti il cinese Zhang. Matteo ha perso gli ultimi due confronti diretti dopo aver vinto il primo set: cercherà di invertire la tendenza dando battaglia. E’ la sua cifra, il distintivo che porta all’occhiello. Non se l’è mai tolto.

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Massimo Cutò

Massimo Cutò

Giornalista, classe 1957, ha svolto tutta la sua carriera tra Resto del Carlino e Quotidiano Nazionale. È nato a Pescara ma vive e lavora a Bologna da molti anni. Ogni volta che arriva in piazza Maggiore non si rassegna a una domanda senza risposta: perché qui non c'è il mare?

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