Sorridete sorridete, siamo all’Happy Slam e il campione uscente dell’Australian Open ricomincia come aveva finito: vincendo, secondo pronostico. Sinner non ha avuto però vita facile contro Nicola Jarry, battuto sì in tre set ma con i primi due chiusi al tiebreak sul filo di un equilibrio sostanziale: 7-6, 7-6, 6-1 lo score. “Ha un gran servizio, dovrò far partire con rapidità lo scambio”, era il consiglio che Jannik s’era dato per l’esordio sul cemento della Rod Laver Arena. Il cileno, numero 34 del mondo, best ranking da 16 a maggio 2024, è un avversario scomodissimo se azzecca la giornata da bomber. Nipote e figlio d’arte — il nonno è quel Jaime Fillol che nel ’76 contese a Panatta e compagni la Davis a Santiago, mamma e papà sono stati pallavolisti di valore — non è certo un fenomeno di mobilità sul campo, grande grosso e alto 201 centimetri com’è. Ma è un martello temibile. Inoltre gli scontri diretti li davano sull’uno a uno, anche se il successo di Nicolas risale al 2019 quando l’azzurro era ancora minorenne. Preistoria. Più significativo il match di Pechino a settembre di un anno fa, quando Jan la spuntò a capo di due ore di lotta risalendo da un set di svantaggio. Insomma, c’erano le premesse perché questo primo turno non fosse una formalità.
Così è stato sotto il sole pieno nel pomeriggio di Melbourne, mentre in Italia non era neppure l’alba. Subito un paio di novità nel guardaroba del Wonder Boy: la rinuncia alle abituali cavigliere e lo sticker di una volpe in tuta da lavoro e coda a festone sulle scarpe. La cosa più rilevante dal punto di vista tecnico, però, è il movimento continuo al servizio tra lancio di palla e impatto, meccanismo che insegue la fluidità non ancora totalmente assimilato. Come s’è visto in campo, specie all’avvio: Jan ha stentato a mettere dentro la prima palla, mentre Nico teneva una media dell’80 per cento. Situazione poco rassicurante. Contro un avversario del genere è fondamentale tenere senza rischi i propri turni di battuta, aspettando lo spiraglio giusto quando è l’altro che serve. E invece a concedere due palle break è stato il fuoriclasse altoatesino nel settimo game.

Sinner s’è messo nei guai con un doppio fallo, poi con un dritto spedito in corridoio. Il rivale non ne approfittato, malgrado i suoi colpi viaggiassero a una velocità superiore di dieci chilometri orari: con grande fatica il numero uno del mondo è salito 4-3, per di più con due palle break da gestire — stavolta a suo favore — subito dopo. In quel frangente il cileno non ha tremato, rammendando lo strappo con il servizio a uscire. Allo stesso modo, sul 6-5 ha annullato un set point arrampicandosi al tiebreak. Lì però non c’è stata storia. Jan il glaciale ha condotto la giostra fin dal principio filando sul 6-2, per chiudere la prima frazione con il quinto ace dopo 72 minuti di battaglia.
Il secondo set è continuato su quella falsariga. Idee chiare, potenza, solidità, attenzione massima: Nicolas non ha fatto una piega, continuando a colpire a tutta forza per rubare il tempo al titolato rivale. Sinner dal canto suo ha aumentato il rendimento al servizio, salito a un più dignitoso 55 per cento di prime palle in campo. In più ha cercato di mescolare le carte in risposta, avanzando o arretrando fino al teloni a seconda dell’ispirazione. Senza riuscire però a procurarsi una palla break. A quel punto l’epilogo è sembrato scontato, oltreché equo: un altro tiebreak, anche stavolta con Jannik a prendere la testa e l’altro costretto a inseguire. Su 6-3 pareva fatta, ma il ragazzo meraviglia s’è improvvisamente inceppato. Fin lì impeccabile, ha inaspettatamente ceduto due servizi di fila rimettendo in corsa il cileno. Jarry però ha spedito fuori un colpo interlocutorio ricambiando il favore: 7-5 e frazione in archivio.
Il resto, finalmente, è stata ordinaria amministrazione. Con il morale sottoterra, la fiducia smarrita, il cileno s’è sgretolato affondando in una serie di errori gratuiti. Così sull’uno a zero Sinner ha messo ha segno il primo break del match, ripetendosi nel sesto game per chiudere facile facile 6-1. Gioco, partita, incontro per Jan. Sicuramente convincente e fortunatamente non ancora a pieni giri: era appena il debutto, l’obiettivo è vincere altre sei partite per riconfermarsi campione. Due settimane sono lunghe, non era il caso di spingere a tutto gas: ha solo alzato i giri del motore nei momenti cruciali, da perfetta machina sapiens qual è.

Buona la prima, il prossimo ciak nella notte italiana fra mercoledì e giovedì: a sfidarlo sarà l’australiano Tristan Schoolkate, suo coetaneo, wild card e numero 173 del ranking che ha eliminato il favorito giapponese Taro Daniel. “Ho visto che sono al terzo set”, ha detto Sinner nell’intervista a fine partita. “Come fai a saperlo?”, gli ha domandato sbalordito l’interlocutore. E lui: “Seguo i risultati degli altri giocatori sul banner del tabellone luminoso”, è stata la sconcertante risposta. Tanto per ribadire la capacità di ipercontrollo della Volpe Rossa.
Al solito esemplare l’analisi della sua prestazione: “I primi due set potevano girare in un altro modo, sono stato bravo a gestire bene i momenti delicati davanti a un avversario dal grande potenziale. Certo posso fare meglio un paio di cose, ma era il primo incontro ufficiale dell’anno e sono soddisfatto”, ha detto. Perfetto anche il messaggio di chiusura rivolto ai ragazzini in tribuna che fanno il tifo per lui, sognando di emularlo: “Le cose importanti sono la famiglia, la fortuna di avere accanto le persone giuste e vivere un’esperienza bellissima. Sapendo che nel percorso ci saranno momenti difficili, da superare con il sorriso”. Proprio quello che continua a fare Jannik in campo. E soprattutto fuori.