Adesso è ufficiale: Lindsey è back. Quattordicesima a Sankt Moritz in superG il 21 dicembre. Ieri sesta in discesa a Sankt Anton. E oggi ancora meglio, sempre sulla pista Karl Schranz, quarta nel superG vinto dall’altra americana Macuga sull’austriaca Venier. È una Vonn straordinaria quella che vola a velocità supersonica per riprendersi quel che è sempre stato suo: il titolo di Lady Neve. La splendida quarantenne — ha festeggiato il compleanno il 18 ottobre — non smette di stupire per coraggio e bravura. Il rientro da star planetaria viene celebrato all’arrivo dal pubblico, dai fotografi che riprendono a mitraglia il suo sorriso Durban’s e perfino dalle avversarie, che la temono eccome ma sanno che una così dà luce a tutto il Circo Bianco.
La signora del Minnesota è tornata a sei anni di distanza dall’ultima gara, ovvero il bronzo Mondiale di Are nel febbraio 2019, e lo ha fatto con un ginocchio al titanio che le consente di cancellare i tempi bui del dolore. Con una protesi hi-tech alla gamba destra, ha scommesso su sé stessa e ha vinto la partita. Anzi, l’ha stravinta. Malgrado lo scetticismo velenoso di alcuni ex campioni e di chi ha pensato a un’operazione — come se non ne avesse subite abbastanza, sotto i ferri — a metà fra la nostalgia e il business pubblicitario. Macché. The Queen voleva semplicemente capire a che punto è la notte, capire quel che resta del giorno. Darsi una possibilità nei tempi supplementari di una carriera irripetibile. A giudicare da quanto che sta dimostrando, non sarà un breve scampolo ma una nuova vita.
Sofia Goggia, l’amica-rivale che tanto le somiglia per audacia e capacità di risorgere dagli infortuni, l’aveva pronosticato tre settimane fa: “È pronta, ci metterà poco a entrare in top ten”. Ci ha messo pochissimo. “Lindsey è una fuoriclasse immensa”, ha ammesso ammirato Federica Brignone, oggi terza sul podio dopo il successo di ieri. Ha quindi sottolineato scherzando: “Sono felice che sia rientrata, finalmente non sarò più considerata la vecchietta del circuito con i miei 34 anni”. Brignone, fuoriclasse e orgoglio nazionale, è l’italiana più vincente di sempre nello sci con trenta vittorie. Ebbene, tanto per spiegare: Vonn è a quota ottantadue. Senza dimenticare le tre medaglie alle Olimpiadi — su tutte l’oro a Vancouver 2010 —, otto ai Mondiali con la doppietta discesa-superG in Val d’Isère nel 2009, quattro Coppe del Mondo assolute. Ma il passato sembra quasi scolorire rispetto all’impresa di questa inattesa e stupefacente riapparizione. “È tutto bellissimo, mi accorgo di fare meglio gara dopo gara. Soprattutto non sento dolore, io che mi ero abituata alla sofferenza”, è il commento davanti alle telecamere che non smettono di inquadrarne i capelli lunghi e biondi e gli occhi verdi bistrati.
I risultati parlano da soli. E sono ancor più straordinari considerando che Wonder Woman parte con pettorali altissimi, oltre il numero trenta. Per paradossale che possa sembrare, il tempo gioca dalla sua parte: fa progressi gara dopo gara. Ma non è stato un percorso facile. Si è aggregata alla squadra americana a fine novembre, prendendo confidenza con la discesa al culmine di allenamenti durissimi in palestra certificati dal web, perché Lindsey non ha mai smesso di essere un fenomeno da copertina. Ha tastato il terreno durante l’estate in Nuova Zelanda e sul ghiacciaio di Soelden in Austria. Sveglia all’alba, voglia di azzannare le piste e tenacia da vendere: Strong is better, è il titolo significativo del suo libro. L’assenza di quel dolore cronico che la tormentava è stato il primo segnale positivo. Il successivo arriva adesso dal cronometro: “Se non si fa male darà fastidio a tutte”, aveva spiegato Paul Kristofic, coach del team Usa. Così è.
Per gli appassionati è un sogno che si avvera vederla al cancelletto di partenza. Vederla stringere e allentare la presa sui bastoncini, ritmicamente, quasi a massaggiarli in un movimento che è il suo segno distintivo. L’altro marchio di fabbrica è il modo in cui si è tuffata giù per la Karl Schranz, dove aveva trionfato nel 2007 e 2008: un’era geologica fa per lo sport. Ma lei è la donna-jet per eccellenza, non è un mistero che abbia messo nel mirino i Mondiali di febbraio a Saalbach. E un appuntamento ancora più oltre: i Giochi di Cortina, tra un anno, sulle Tofane del suo primo podio. Lindsey is back.