Quando gli addi sono agrodolci, conditi di lacrime e amarezza ma anche pieni di commozione di quella che scalda il cuore. La carriera della superstar Rafa Nadal nel tennis professionistico si è conclusa con l’eliminazione a sorpresa della Spagna da parte dei Paesi Bassi nei quarti di finale della Coppa Davis. Con Alcarez e Nadal, gli spagnoli in casa erano favoriti per la finale, e invece la sconfitta di Rafa e poi quella del doppio ha cambiato le carte in tavola. Due anni dopo Roger Federer, Nadal è diventato così il secondo membro dei “Big 3” del tennis ad appendere la racchetta.
Il 38enne spagnolo, 22 volte vincitore di un Grande Slam, ha perso il primo singolare 6-4, 6-4 da Botic van de Zandschulp. Poi Carlos Alcaraz ha fatto il suo, vincendo il secondo incontro (con Tallon Griekspoor 7-6 (7/0), 6-3), per portare lo scontro al doppio, dove gli olandesi però hanno trionfato strappando un 2-1 e aggiudicandosi la semifinale con Canada o Germania.
Questa la cronaca, ma a Malaga la Davis è passata quasi in secondo piano a fronte dell’addio di Nadal. Dopo anni di infortuni – non giocava una partita ufficiale di singolare da luglio – era in dubbio anche che scendesse in campo, ma il capitano David Ferrer ha confermato che avrebbe giocato nel primo singolare.
Nadal è apparso emozionato durante l’inno nazionale spagnolo, e oltre 10.000 tifosi hanno riempito l’arena con cori di “Rafa, Rafa”. Lo spagnolo oggi 154° al mondo ha cercato di mantenere i punti corti, con grandi servizi e occasionali lampi del suo letale dritto. Ma si giocava sul sintetico indoor, tutt’altro che una superficie ideale per il “Re della terra battuta”, 14 volte vincitore del Roland Garros.
Dopo la sconfitta il campione in conferenza stampa ha tirato le somme, “È stata una giornata piena di emozioni, di nervi. Sono stato abbastanza autocritico con me stesso in carriera, anche quando ho vinto – oggi non sarò duro con me stesso, ho dato tutto ciò che avevo. Non è finita come volevo, ma mi sento molto fortunato”. Ha parlato dei suoi sogni realizzati in carriera più di quanto avesse sperato, ha ringraziato la famiglia e il suo team con la voce rotta dall’emozione, ha ricordato che perse il suo primo match in Coppa Davis, come l’ultimo: “il cerchio si chiude”.
Poi nello stadio, dove gli è stato reso omaggio con un video montaggio dei momenti clou della carriera, ha detto ai tifosi – oltre diecimila sugli spalti dell’arena Martin Capena – “Me ne vado con la tranquillità di aver lasciato un’eredità che sento non solo sportiva ma anche personale. I titoli, i numeri sono lì, ma vorrei essere ricordato soprattutto come una brava persona, proveniente da un piccolo villaggio di Maiorca. Un ragazzo che ha seguito i propri sogni e ha ottenuto più di quello che aveva sognato”.
Gli ex rivali Roger Federer, Novak Djokovic, Andy Murray, ma anche Serena Williams e altri grandi dello sport gli hanno reso omaggio sui social network.
E il futuro? “Spero di continuare ad essere un buon ambasciatore per il tennis” ha detto Rafa.
Alcaraz, 21 anni, numero tre del mondo,uno dei più brillanti talenti in circolazione, ha detto di aver vinto il secondo match pensando a Nadal: “l’ho fatto per lui. La sua eredità sarà eterna”, ha dichiarato ai giornalisti.
“È stato grande per il tennis, per lo sport in generale, è difficile, almeno per me, pensare di dover continuare l’eredità che ha lasciato”.
A Malaga intanto il cammino della Davis continua. Adesso scende in campo l’Italia, e senza Alcaraz in gioco, le possibilità per la squadra del numero uno al mondo Jannik Sinner aumentano. L’Italia è campione in carica dopo la storica vittoria dello scorso anno.