Dopo 17 anni, 142 presenze, 69 gol e 39 assist, Luis Suarez dice addio alla nazionale uruguaiana. Quella di venerdì contro il Paraguay, nella sua Montevideo, sarà l’ultima apparizione del Pistolero con l’amata maglia della “Celeste”, una vera e propria secondo pelle per un calciatore che, nonostante alcuni episodi controversi che in qualche modo hanno segnato la sua carriera, ha regalato momenti indimenticabili agli amanti di questo meraviglioso sport.
“È difficile da dire, ma venerdì sarà la mia ultima partita con la Nazionale”, ha dichiarato il numero 9 dell’Inter Miami nel corso della conferenza stampa di ieri, “Dopo averci riflettuto a lungo, ora è il momento giusto. Non è stata una decisione facile, ma contro il Paraguay entrerò in campo con lo stesso entusiasmo che avevo nel 2007. Posso andarmene tranquillo, sapendo di aver dato tutto. Ho avuto il privilegio e l’orgoglio di essere il capocannoniere della mia Nazionale”.
17 anni fa, sotto la guida del maestro Óscar Tabárez, l’ex attaccante di Liverpool e Barcellona vestì per la prima volta la maglia dell’Uruguay. Da allora, il Pistolero non si è più guardato indietro, partecipando a quattro edizioni dei mondiali e vincendo la Copa America del 2011, in Argentina. Ancora oggi, nonostante tutti i trofei alzato in Europa, tra cui la Champions League del 2015, Suarez ricorda quel momento “come il più bello della mia carriera. Non scambierei quella coppa per nulla al mondo”.

Nel corso di questi lunghi anni, contrassegnati da gol capolavoro e giocate fenomenali, il Pistolero è stato protagonista anche di due episodi alquanto discussi con la “camiseta” della nazionale. Nel 2010, proprio all’ultimo minuto dei quarti di finale del mondiale sudafricano, il numero 9 bloccò con le mani un tiro diretto in rete di un calciatore ghanese, venendo espulso. La Celeste si aggiudicò la gara ai rigori, ma l’attaccante fu costretto a saltare la semifinale, dove la nazionale di Tabarez si arrese all’Olanda.
4 anni dopo, invece, in Brasile, al termine della gara con l’Italia, il numero 9 venne squalificato per nove turni, per aver morso sulla spalla Giorgio Chiellini, fingendo di aver ricevuto un colpo sui denti. Quelle immagini fecero il giro del mondo per mesi.
“E’ stato un grande errore”, ha dichiarato il 37enne, “ne ho commessi molti, ma ho sempre cercato di rialzarmi e di non arrendermi mai”.
Venerdì, dunque, si chiuderà definitivamente la carriera, in nazionale, di uno dei giocatori più elettrizzanti degli ultimi 15 anni, l’unico a vincere due Scarpe d’oro, in qualità di re dei bomber d’Europa, in un ventennio dominato da due alieni come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.