E se le chiamano fate una ragione c’è. S’è visto all’ora di pranzo italiana, quando Alice D’Amato e Manila Esposito hanno servito un piatto ricchissimo nell’esercizio alla trave: oro e bronzo, rispettivamente, perché la festa tricolore cominciasse all’Arena di Bercy. Mai un banchetto così in una Olimpiade, grazie a due ginnaste giovanissime e bravissime.
È stata una mattinata choc, imprevedibile ed emozionante, caratterizzata dalla caduta delle Dee che ha spianato la strada alle azzurre. Simone Biles, la leggenda americana, la favoritissima, la più grande di sempre, è scivolata a terra: la giuria ha atteso sette minuti per il verdetto ma non ha fatto sconti, relegandola al quinto posto. Non era la sua giornata, tanto che poco più tardi ha clamorosamente fallito l’esercizio al corpo libero che esegue a occhi chiusi, buttando nel secchio un oro che pareva sicuro: ‘solo’ argento. Quanto alla brasiliana Rebeca Andrade, elegante e fantasiosa, qualche sbavatura di troppo e un coefficiente di difficoltà inferiore l’hanno fatta scendere al quarto gradino alla trave. Non si è demoralizzata tirando la zampata vincente al corpo libero, dove s’è presa la medaglia più bella.
Tornando doverosamente alla nostre, quando hanno realizzato che sarebbero salite insieme sul podio Alice e Manila si sono guardate negli occhi, travolte poi da un groviglio collettivo che ha coinvolto tutto il team. Quindi lacrime di felicità come da copione.

È bene però intendersi: abbiamo due campionesse non soltanto per le debolezze altrui. La ginnastica è uno sport terribile, che ti tiene costantemente sul filo. Al corpo libero le nostre hanno sbagliato e hanno visto le medaglie volare via. Capita. Il colpo grosso del resto l’avevano già fatto sulla trave, che è un attrezzo largo dieci centimetri: vince chi fa meno errori e le nostre sono state fantastiche a prendere al volo il treno che passava. Passerà tante altre volte ancora perché la squadra arricchita da Angela Andreoli, Giorgia Villa ed Elisa Iorio è fortissima — lo prova l’argento conquistato sei giorni fa dietro alle superstar Usa — e rappresenta l’oggi e il futuro della ginnastica globale. D’Amato 14.366 punti, la cinese Zhou 14.100, Esposito 14.000 racconta il podio di oggi.

Questo è ciò che si vede. Quello che invece resta sullo sfondo è l’allenamento profondo, quotidiano, capillare, faticoso, a volte disperante per cercare di limare ogni particolare. Alla ricerca dell’equilibrio assoluto, la perfezione da raggiungere per salire sempre più su. Sacrifici, rinunce, forza di volontà: è questo il mantra che anima i corpi snodati. “Abbiamo rinunciato all’adolescenza per essere qui”, hanno spiegato tante volte. Vedi l’esempio di Vanessa Ferrari, la veterana, argento a Tokyo: voleva a tutti costi l’oro ma il polpaccio l’ha tradita in allenamento, spegnendo il sogno di Parigi.

Alice, genovese ventunenne, da undici anni alla società Brixia di Brescia, 53 chili per 158 centimetri, ha incantato il pubblico per grazia e tecnica. È la rivelazione di Parigi 2024. Tutti le dicono che somiglia come una goccia d’acqua a Eva Kant ed è vero, ma la sua vera goccia d’acqua è la gemella Asia: avrebbe meritato la gloria olimpica ma un infortunio, l’ennesimo di una carriera tormentata, l’ha messa fuori gioco agli Europei di maggio. È sugli spalti a tifare per la sorella, che ha spiegato con la medaglia al collo: “Se vince una, vince anche l’altra perché siamo unite per la vita”.

Manila invece è una napoletana di Boscotrecase e con i suoi 17 anni è la più piccola di tutta spedizione italiana. È entrata in gara con il sesto punteggio è si è ritrovata con la medaglia di bronzo nelle mani, da esordiente assoluta ai Giochi con quattro ori europei nel palmares. Anche lei è emigrata a Brescia, distante 500 chilometri da mamma e papà: “Loro volevano farmi fare danza. Sono entrata nella sala e mi sono seduta davanti all’insegnante: stavo immobile, rigida e mi rifiutavo di fare lezione. Già da piccolissima avevo le idee chiare su quel che mi piaceva”. I suoi idoli sono due: “Simone Biles e Rebecca Andrade, le giudico inarrivabili”. Oggi sul podio però è salita anche lei.