Chi l’avrebbe pensata una notte così, la notte dei trionfi. A Parigi 2024 la squadra di ginnastica artistica degli Stati Uniti si è ripresa tutto, anche l’oro perduto a Tokyo, guidata dal grande rientro di una radiosa Simone Biles. Ma a fianco del trionfo della ragazza magica, per l’Italia c’è lo straordinario argento delle cosiddette “Fate azzurre” (ma un nomignolo meno sdolcinato no?) È la prima medaglia per l’Italia femminile della ginnastica dal… 1928, per dare un’idea dell’impresa. Un secolo.

All’argento delle ragazze della ginnastica si affianca lo splendido oro della squadra di spada femminile, il primo nella storia dei Giochi: se è ricchissimo il palmares delle fiorettiste azzurre, infatti, le spadiste Alberta Santuccio, Giulia Rizzi, Rossella Fiamingo e Mara Navarria al Grand Palais di Parigi hanno interrotto una maledizione, sconfiggendo in finale le francesi acclamate dal pubblico di casa. Per la friulana Navarria era oltretutto l’ultima gara della carriera: che sogno chiudere così, sul podio olimpico.
L’argento delle ginnaste è un successo collettivo: Alice D’Amato, Manila Esposito, Angela Andreoli, Elisa Iorio e Giorgia Villa. Esposito straordinaria sulla trave, Giorgia Villa e una eroica Elisa Iorio (infortunata alla caviglia) hanno ottenuto 42.665 punti alle parallele asimmetriche, e l’impeccabile corpo libero della bresciana Angela Andreoli, incantevole, corredato di uscite perfette su tutti i salti, ha regalato la medaglia.
Le azzurre hanno totalizzato 165.494 punti, gli Stati Uniti ne hanno ottenuti 171.296 punti. Terzo sul podio il Brasile con 164.497 punti, mentre la Gran Bretagna si è fermata a 164.263 punti perdendo il bronzo per un soffio.
È stata una bellissima giornata per l’Italia olimpica: nel nuoto è arrivato anche l’oro sui 100 metri dorso di Thomas Ceccon, per cui le Olimpiadi, ha detto, erano “un’ossessione”. Triste invece l’eliminazione di Jasmine Paolini, da pochissimo finalista a proprio qui a Roland Garros e poi Wimbledon, dal torneo singolare di tennis (è ancora in gara nel doppio con Sara Errani).

Se i Giochi sono, come ogni quattro anni, terreno di sogni, imprese, esaltazione, forse nessuna storia oggi però commuove i cuori come il ritorno di Simone Biles che ha conquistato Parigi e i suoi incubi, e si è fatta simbolo incarnato della forza contro la sopraffazione. A Tokyo tre anni fa, quella che forse è la più grande ginnasta della storia (forse: così difficile comparare le star di ieri e di oggi, e non tutto si misura in medaglie) si era ritirata per problemi di testa, non di corpo. Un grande esempio di cura di se stessa, seguito alle rivelazioni sugli abusi sessuali subiti, come tante ragazze della squadra, ad opera del medico Larry Nasser. Adesso Biles si è presa la rivincita su tutto: sul mostro, sulle polemiche, sui suoi demoni. È stata lei a guidare la squadra delle ginnaste Usa alla medaglia d’oro, coi suoi esercizi quasi perfetti e una sicurezza raggiante che le spirava da ogni sorriso, ogni movimento: non aveva più nulla da dimostrare, salvo forse a se stessa.
