La semifinale degli Europei tra Francia e Spagna ci ha ribadito una cosa in particolare, qualora fosse ancora necessario: Lamine Yamal è un predestinato. E non potrebbe essere altrimenti. Perché un gol come quello di ieri sera non è frutto del caso, ma del talento.
Stop, fina di andare a destra, palla sul sinistro, Rabiot mandato al bar praticamente da fermo, e tiro a giro sotto la traversa, dove nemmeno un portierone come Mike Maignan può arrivare. Qualche anno fa lo avremmo definito gol “alla Del Piero”, perché il movimento è praticamente lo stesso con il quale l’ex capitano della Juventus ha fatto impazzire le difese di mezza Europa nella seconda metà degli anni Novanta, naturalmente con l’altro piede.

In patria, invece, i più audaci già provano a paragonarlo ad un altro mancino che a Barcellona se l’è cavata abbastanza bene. Molti, infatti, vedono nel piede sinistro di Lamine la stessa magia che c’era in quello di Leo Messi, semplicemente il più grande fenomeno del calcio moderno. Ironia della sorte, negli ultimi giorni sta circolando una foto del 2007, che ritrae il dieci argentino con Yamal, al tempo neonato, per un calendario Unicef. Un (altro) segno del destino? Forse. Ma andiamoci piano, perché questo talento merita di essere preservato.
Sabato, il ragazzino terribile, figlio di padre marocchino e madre della Guinea Equatoriale, simbolo di questa Spagna multietnica che continua a volare in campo, compirà 17 anni. Il regalo, però, Lamine proverà a scartarlo la sera successiva, quando scenderà in campo per la finalissima di Euro 2024.
Domenica, il gioiellino del Barcellona avrà gli occhi del mondo puntati addosso ed il peso di una nazione intera sulle spalle. D’altronde, questo è il “prezzo” da pagare quando tutti ti considerano il prossimo fenomeno generazionale del mondo del calcio. Eppure, guardandolo giocare, sembra che Yamal non abbia alcun problema a reggere le pressioni. La partita di ieri sera è forse la sintesi perfetta del suo modo di stare in campo: quella fascia destra, che lo vedeva contrapposto a Theo Hernandez, l’ha semplicemente arata.
Dribbling, velocità, intelligenza tattica, il saper aiutare i compagni nei momenti giusti, quando il fiato inizia a mancare. E poi quel gol, anzi, il gol: perché con il gioiello realizzato al 21° del primo tempo, l’esterno spagnolo è diventato il giocatore più giovane ad aver mai segnato in un Europeo, battendo il record dell’allora diciottenne svizzero Johan Vonlanthen, che resisteva da Euro 2004.

“Chiedo solo di vincere, vincere e vincere”, ha detto Yamal, eletto man of the match di una partita che la Spagna ha poi vinto per 2-1, eliminando la contender numero 1 per il titolo, la Francia di Kylian Mbappé. “Non so se sia il gol più bello del torneo, ma è quello più speciale per me perché è il primo con la nazionale in un Campionato Europeo”, ha dichiarato il gioiello blaugrana, “Eravamo in un momento difficile, non ci aspettavamo di subire un gol così presto. Ho preso la palla e ho voluto metterla lì. Siamo molto felici di aver raggiunto la finale. Ora viene la parte più importante: vogliamo vincere il titolo”.
“Abbiamo visto un tocco di genio da parte di un grande giocatore che tutti conosciamo”, ha invece affermato l’allenatore della Spagna, Luis de la Fuente, “posso solo consigliargli di continuare ad andare avanti con la stessa umiltà ed etica del lavoro e con i piedi ben saldi a terra”.