E’ pronta a partire per Parigi Nikki Hiltz, atleta ventinovenne con identità binarie, dove farà il suo debutto ai Giochi Olimpici. Già la scorsa estate, la mezzofondista statunitense, specializzata nella gara dei 1.500 metri, scrisse un’importante pagina di storia, diventando la prima sportiva americana genderfluid a prendere parte ai mondiali di atletica.
Questa estate, invece, Hiltz calcherà il palcoscenico più ambito da qualsiasi sportivo del mondo, quello dei giochi olimpici, dove spera di poter essere protagonista dentro e fuori dal campo. D’altronde, è proprio questo l’obiettivo della ventinovenne californiana: essere un punto di riferimento per il movimento e per la comunità queer.
“Non vedo l’ora di continuare a presentarmi come me stessa e di continuare a farmi spazio”, ha affermato in settimana, “Uso i pronomi “They/Them”, e spesso la gente inciampa. Ma è come se dicessi: ‘Non potete più ignorarmi, perché sono una due volte campionessa. Sono qui, fate le cose per bene’.
Nikki ha strappato il proprio pass per Parigi lo scorso weekend, quando si è aggiudicata l’ultima e decisiva gara di qualificazione, alla quale hanno partecipato altre “colleghe” statunitensi, a caccia di un posto nel roster di Team USA. La ventinovenne californiana è riuscita a mettersi tutte alle spalle, partendo subito forte e staccando le avversarie con un tempo record di 3 minuti e 55,33 secondi.

In Francia, Hiltz non correrà solo per sé stessa: al suo fianco, infatti, la campionessa americana avrà il sostegno della comunità LGBTQ+, di cui, negli ultimi 3 anni, è diventata una delle ambasciatrici più note nel mondo dello sport. “Sicuramente dedico alla comunità queer molto del mio tempo e delle mie energie”, ha detto la ventinovenne l’estate scorsa, prima dei campionati mondiali di Budapest, “Ma lo faccio perché ricevo molto in cambio. Dicono sempre che lo faccio per loro, ma io penso che la rappresentazione sia una strada a doppio senso e mi sento decisamente più forte”.
Seppur genderfluid, a Parigi Nikki continuerà a gareggiare nella categoria femminile. Naturalmente, la sua storia non solleva le stesse polemiche generate dai casi che hanno visto protagoniste le donne transgender, sempre più spesso vittime di restrizioni nel mondo dello sport.
“Come persona che ha praticato sport femminili per tutta la vita, penso che abbiamo bisogno di essere protette”, ha affermato Hiltz, “ma sicuramente non dalle donne trans”. Ogni anno la ventinovenne organizza una corsa di 5 km per sostenere le organizzazioni LGBTQ+.
“La mia famiglia mi ha sempre accettato, quando ho fatto coming out sulla mia sessualità e poi quando ho rivelato la mia identità di genere”, ha spiegato, “So che tante persone queer non hanno questo amore e questo sostegno”.