Si è concluso con un dietrofront da parte della società l’ennesimo tormentone della rovente estate romana, sponda giallorossa. Negli ultimi giorni, infatti, la tifoseria romanista aveva gridato al “sacrilegio” dopo aver visto la nuova felpa della tuta realizzata da Adidas, sponsor tecnico del club dal 2023. Oltre alle classiche tre righe sulle spalle ed al lupetto di Gratton sul petto, infatti, quest’ultima era colorata per la maggior parte di biancoceleste.
Un errore talmente goffo da parte della società e di Adidas, che inizialmente quasi tutti pensavano si trattasse di un semplice scherzo, della solita bufala estiva. D’altronde, in una città come Roma, che vive il derby 365 giorni l’anno, chi avrebbe mai potuto pensare di lanciare sul mercato una felpa della Roma con i colori della Lazio senza scatenare un putiferio? Solo chi non conosce la storia e, soprattutto, la rivalità tra le due società capitoline. Ed in effetti, è proprio quello che è successo.
Naturalmente, i primi a finire sotto accusa sono stati i due patron giallorossi, gli americani Dan e Ryan Friedkin, che probabilmente stanno vivendo il momento più difficile della loro gestione. E non potrebbe essere altrimenti. La questione della felpa, probabilmente, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Negli ultimi 4 anni, la Roma ha collezionato un 7 posto e tre sesti posti di fila. Se si escludono le due grandi cavalcate europee targate Mourinho, la proprietà statunitense non è mari riuscita ad allestire una rosa competitiva per il campionato.

Nonostante ciò, i tifosi hanno risposto sempre presente: dal 2021, lo Stadio Olimpico ha fatto registrare il tutto esaurito ogni qualvolta l’undici giallorosso è sceso in campo. A fine giugno, a discapito un mercato ancora fermo al palo e di una rosa mediocre e poco funzionale alle idee del suo allenatore, Daniele De Rossi, la società ha sottoscritto oltre 38.000 abbonamenti per la stagione 24/25.
Forse, proprio per questo motivo il popolo giallorosso, che in termini di fede non deve dimostrare più nulla a questa società silente, si è sentito nuovamente tradito quando ha visto quella che è ormai nota come felpa della discordia. Al netto delle esigenze del marketing e delle nuove tendenze del calcio moderno, per i tifosi di tutto il mondo i propri colori sociali sono un qualcosa di intoccabile. E stavolta, il messaggio deve essere arrivato forte e chiaro anche a casa Friedkin.
Inizialmente, Adidas ha cercato di motivare la scelta cromatica della nuova tuta affermando che quest’ultima voleva essere un omaggio al murales “antinquinamento” del quartiere Ostiense, creato dallo street artist Federico Massa. Naturalmente, le parole del brand non hanno convinto i tifosi, che hanno addirittura lanciato una petizione online per richiedere il ritiro della tuta dagli store.

Alla fine, l’appello del popolo romanista è stato accolto dagli stessi Dan e Ryan Friedkin. Questi ultimi, inoltre, hanno sospeso Michael Wandell, Chief Commercial and Brand Officer del club. Almeno un problema, dunque, è stato risolto.
Ora, però, viene il difficile: il calciomercato, dove i due patron statunitensi saranno chiamati a dare delle risposte ad una piazza stufa della mediocrità delle ultime stagioni. La caldissima estate romana, e romanista, è appena iniziata.