La NBA piange la scomparsa di Bill Walton, 71 anni, uno dei giocatori più iconici degli anni Settanta e Ottanta: l’ex Blazers e Celtics è venuto a mancare quest’oggi, dopo una lunghissima battaglia con il cancro. Bill il “Rosso” è stato uno dei primi grandi fenomeni mediatici della lega, in un periodo in cui la NBA non era certo quella che conosciamo oggi.
Walton è cresciuto cestisticamente a UCLA, dove raccolse l’eredità di Lew Alcindor, poi Kareem Abdul Jabbar, portando i Bruins a vincere due titoli nazionali, nel 1972 e nel 1973. Sotto la guida del mago di Westwood, il mitico coach John Wooden, in poco tempo il pivot di La Mesa divenne il prospetto più ambito del Paese. Ad aggiudicarselo al draft del 1974, con la prima scelta assoluta, furono i Portland Trail Blazers. Solo tre anni dopo, il Rosso portò la franchigia dell’Oregon a vincere il primo e fino ad ora unico titolo della sua storia, battendo alle Finals i favoritissimi Philadelphia 76ers di Doctor J.
Fu proprio il centro di 2,11 metri a mettere il punto esclamativo sul trionfo dei Blazers, inchiodando al ferro due alley-oop di consecutive divenute leggendarie.

Sfortunatamente, dopo l’anello vinto a Portland, la carriera di Bill è stata condizionata da una serie interminabile di infortuni, che ne hanno messo a dura prova la permanenza tra i professionisti. Walton, però, un personaggio unico nel suo genere, un vero e proprio hippy prestato alla pallacanestro, fan sfegatato dei Greatful Dead, rifiutò di appendere le scarpe al chiodo, cambiando il proprio modo di stare in campo.
Nel 1986, il destino, a lungo avverso, riserva una seconda chance al Rosso, che firma con i Boston Celtics di Larry Bird. In quella che è ancora oggi considerata come una delle squadre più forti di ogni epoca, Walton torna ad essere protagonista, vincendo il premio di sesto uomo dell’anno e, soprattutto, il secondo ed ultimo titolo NBA della sua carriera, ottenuto dopo aver battuto gli Houston Rockets alle Finals. Al termine della stagione successiva, dopo i numerosi infortuni e la sconfitta in finale con i Lakers di Magic e Kareem, Bill dice addio alla pallacanestro.
Una volta appese le scarpe al chiodo, è stato inserito prima nella top 50 e poi nella top 75 ogni epoca della NBA, nonché nella Hall of Fame. “Ha ridefinito cosa vuol dire giocare da centro”, ha detto di lui il commissioner NBA Adam Silver, nel comunicato ufficiale con cui la lega, nella giornata di oggi, ha annunciato la sua scomparsa, “Quello che però mi ricorderò di più pensando a lui, è il suo entusiasmo per la vita, il suo sorriso sempre presente e la sua disponibilità a condividere tutto quello che conosceva e che aveva imparato”.