Orgoglio e dignità, come diceva Troisi nel film Ricomincio da tre. Non sono bastati per piegare la Roma nonostante le tante occasioni. Errori sotto porta e in difesa per 2-2 finale che sa molto di questa stagione così disastrata.
Nel primo tempo è il Napoli a fare la partita. Il ritmo è lento, la Roma sembra sulle gambe e fioccano le azioni. Gli azzurri sbagliano molto con Osimhen e Politano ma un grande Svilar si frappone ai tentativi azzurri come su un gran tiro a giro di Kvara. È però Anguissa a mangiarsi un gol fatto dopo aver cavalcato in campo aperto verso l’area giallorossa: tiro sparato fuori.
Nella ripresa gli azzurri continuano a giocare ma Svilar sembra insuperabile e quando la Roma alza il ritmo arriva il solito errore: fallo Juan Jesus su Azmoun e rigore, Dybala trasforma. A questo punto il Napoli gioca di rabbia. Oliveira trova la deviazione su un tiro che diventa palombella imparabile. Dopo il pari la partita diventa vibrante, Meret salva su un tiro e la porta giallorossa sembra stregata ma arriva il penalty dal Var per fallo di Sanches su Kvara: Osimhen segna, sembra fatta. No, arriva altra sbavatura su calcio d’angolo e Abraham trova di testa la rete a un anno di distanza. Ultimi assalti ma è pareggio.
Serviva una reazione dignitosa ed è arrivata. C’è sempre il rammarico per gli errori con una difesa che riesce sempre a perdersi in situazioni anche innocue. Il 5 maggio a Udine sarà un malinconico refrain di quel 4 maggio di un anno fa: uno scudetto così lontano negli occhi.