Negli Stati Uniti, c’è una ragazza di 22 anni che sta letteralmente scalando, a suon di magie, le gerarchie della pallacanestro nazionale, creando un’energia mai vista prima intorno al mondo del basket femminile. La giovane in questione si chiama Caitlin Clark, ed è la guardia tiratrice delle Iowa Hawkeyes, squadra della Division I della NCAA, qualificatasi pochi giorni fa alle Final Four di Cleveland, che assegneranno il titolo nazionale.
In questo preciso momento, questa ragazzina terribile è semplicemente la cestista più elettrizzante d’America. Si, parliamo dello stesso Paese nel quale giocano i vari Stephen Curry, Lebron James, Kevin Durant, Nikola Jokic, Luka Doncic e tutti gli altri.

Per la prima volta nella storia di questo meraviglioso gioco, l’attenzione dei tifosi non è rivolta verso le stelle della NBA, ancora alle prese con una stagione regolare interminabile ed a tratti poco attraente, vista la scarsa competitività di diverse franchigie, ma su una ventiduenne che sta semplicemente scrivendo pagine incredibili della pallacanestro collegiale e non solo. Attenzione, qui si parla di basket, non di basket femminile. Perché i numeri di questa baby fenomeno e, in particolare, tutto ciò che sta creando attorno a sé ed alla sua squadra vanno ben oltre questa distinzione.
In quattro anni ad Iowa, Clark ha segnato oltre 3.685 punti, battendo a marzo il record femminile di Lynette Woodard, che resisteva dal 1991, e quello maschile dei i 3.677 punti realizzati tra il 1967 ed il 1970 da “Pistol” da Pete Maravich, una autentica leggenda del basket americano, una sorta di Steve Nash con il tiro da fuori di Steph Curry, avanti quarant’anni rispetto al resto degli avversari. In questa stagione, la ragazza di Des Molines, la cui mamma è originaria della Sicilia, sta viaggiando ad una media di 32 punti, 9.1 assist e 7.3 rimbalzi e ha battuto, neanche a dirlo, qualsiasi record riguardante le triple realizzate.
Eppure, i numeri sportivi, per quanto straordinari, non riescono ad esprimere pienamente l’impatto che quest’atleta sta avendo sul movimento cestistico americano e sui tifosi di tutte le età. Basti pensare, che domenica scorsa, la gara tra la sua Iowa e LSU, valida per l’accesso alla fase finale del torneo di Division I, è stata vista su un canale a pagamento da 12.6 milioni di persone, con i picchi di ascolti che hanno raggiunto anche quota 16 milioni.
Negli ultimi due anni, nessuna gara della NBA, se si esclude gara 5 delle ultime Finals, valida per l’assegnazione del titolo, ha mai toccato numeri simili, nemmeno quelle trasmesse in chiaro. Delle ultime 7 gare più viste negli States, 3 sono partite di college femminile: inutile dire chi c’era in campo in tutti i match in questione.
All’inizio della stagione, prima di esordire in campionato, Iowa aveva organizzato una “partitella” d’esibizione nello stadio della sua squadra di football: si sono presentati 61mila spettatori. Tutti lì per un unico motivo: poter dire, un giorno, “Ho visto giocare la Clark”.
Superfluo specificare che i circa ventimila biglietti per la Final Four NCAA 2024 sono andati a ruba. La cosa clamorosa, però, è che il sold out è stato registrato esattamente sette minuti dopo l’inizio della vendita libera. Fino a due anni fa, il prezzo medio di un tagliando di una gara tra le 4 regine del campionato universitario si aggirava intorno ai 350 dollari: da quando Caitlin ha fatto il suo esordio alle Final Four lo scorso anno, i biglietti costano mediamente 2.300 dollari, 1.200 in più delle finali maschili.
L’aspetto più elettrizzante di tutto ciò è che siamo sollo all’inizio: questa ragazza ha soltanto 22 anni, e ha tutte le carte in gioco per riscrivere la storia del basket, femminile e non. Il prossimo anno, comunque andrà l’ultimo atto del torneo NCAA, Clark con ogni probabilità verrà selezionata al draft con la scelta numero 1, dalle Indiana Fever. La società stima di vendere ben 18.000 abbonamenti per il campionato 24-25.
Chiaramente, questa giovane stella di 183 centimetri, dal tiro letale e dalla visione di gioco pazzesca, giorno dopo giorno, continua a diventare sempre più frequentemente l’idolo di migliaia di bambini e, soprattutto, bambine, che sognano insieme a lei, e che adesso non vedono l’ora di infilarsi canotta e pantaloncini per provare ad imitare le sue gesta.
Negli anni 90, i ragazzini di tutto il Paese andavano in giro con il loro pallone stretto sotto il braccio, canticchiando “Like Mike, I Wanna be like Mike”, l’iconica canzoncina dello spot Gatorade dedicata a Michael Jordan, il più grande giocatore di ogni epoca. Oggi, seppur in proporzioni ancora diverse, sta succedendo un qualcosa di simile, un fenomeno unico nella storia del basket femminile, che potrebbe portare l’intero movimento ad un livello mai visto in passato.
Devono essersene accorti anche alcune delle principali stelle della NBA, affascinate come tutti dallo strapotere tecnico che la shooting Guard di Iowa è in grado di esercitare in campo. Steph Curry, ad esempio, miglior tiratore della storia della lega, ha dichiarato che ai tempi dell’università non era in grado di segnare così tanto da fuori area come la numero 22.
Luka Doncic, stella di Dallas, ha invece affermato che ormai in televisione guarda solo partite di Eurolega o quelle della Clark. L’incoronazione vera e propria, però, non poteva non arrivare dal Re, Lebron James, che ha già definito la ragazzina di Des Molines come una vera e propria “icona”. Detto da uno che a 18 anni veniva indicato da tutta la nazione come “The Chosen One”, il Prescelto, non è certo roba di poco conto.
La WNBA ed i tifosi di tutto il mondo, ora, aspettano il salto della 22enne nei professionisti: ma Caitlin, al momento, ha ben altro a cui pensare.
L’obiettivo della guardia, infatti, adesso è quello di laurearsi campionessa nazionale con le sue compagne, prendendosi la rivincita alle Final Four dopo la sconfitta dello scorso anno ad opera di LSU. Stavolta, sul loro cammino verso il titolo, Caitlin e Iowa troveranno UConn, altra nobile della pallacanestro femminile.