Ormai ci eravamo rassegnati a pensarlo: solo la Red Bull sarebbe stata capace di interrompere la sua invincibilità. E nel Grand Prix di Australia, disputato sull’Albert Park Circuit di Melbourne, la Red Bull ci è riuscita.
Nel quintetto dei vincitori infatti troviamo le due Ferrari, le due McLaren, e la Red Bull di Sergio Perez, che anche in Australia ha rinnovato i suoi limiti tecnici rispetto al compagno di squadra Verstappen, sinora perfetto. Quest’ultimo pur avendo iniziato la gara al comando, già al secondo giro era superato dalla rossa di Sainz, e poi subito costretto al ritiro per problemi a motore e freni.
A beneficiarne erano le due Ferrari: quella di Sainz, che ha concluso la gara al comando e quindi arrivato primo, seguito da Leclerc.
Ordini di scuderia hanno rimescolato la classifica degli inseguitori: perché in casa McLaren a Oscar Piastri è stato imposto di farsi superare dal compagno Lando Norris e concedere il terzo gradino sul podio.
La cronaca down-under dalla lontana Australia segnala una giornata negativa anche per le Mercedes: Hamilton è stato costretto al ritiro per problemi meccanici, mentre il compagno George Russell, lanciato all’inseguimento della Aston Martin di Alonso, all’ultimo giro ha avuto un incidente che lo ha portato al ritiro, lasciando campo libero sia quarantenne pilota iberico e sia al collega Lance Stroll.
Il ritiro di Verstappen, e il rimescolamento di posizioni che ne è seguito, ha avvantaggiato anche Yuki Tsunoda, di RB Formula One Team, l’ex Alfa Tauri di Faenza oggi coordinata da Red Bull, e le due Haas di Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen della scuderia americana Haas, che hanno tagliato il traguardo in zona punti, arrivando nono e decimo.
Giornata da dimenticare, per problemi nel coordinamento dei meccanici ai box, anche per Valtteri Bottas e Zhou Guanyu del team Sauber che, vedremo tra breve, nel 2026 cambierà azionista.
Ma concentriamoci sul principale sconfitto dalla trasferta di Melbourne, Max Verstappen, il cui ritiro dal Grand Prix di Australia, dopo quasi due anni consecutivi di presenza sul podio, gli ha impedito di collezionare la decima vittoria consecutiva.
I problemi tecnici che hanno costretto ai box il campionissimo olandese sembrano riflettere i malumori che agitano il team Red Bull, diviso tra la competenza automobilistica di Verstappen e la volontà del team di rifiutarne i capricci, cominciando dal responsabile tecnico Adrian Newey, che troppe voci danno già accasato a Maranello.
Lo stesso dicasi per la Mercedes, la cui prima guida, Hamilton, ormai è un driver Ferrari: meglio che attenda la fine di stagione e si rassegni a una messa a punto non sempre impeccabile del motore della sua monoposto.
Novità sembrano in arrivo anche per Carlos Sainz, attualmente al volante delle rosse italiane, ma in futuro destinato a Sauber dopo una risoluzione consensuale e soprattutto pacifica del suo contratto con Ferrari. Infatti non è un caso che Frederic Vasseur prima di firmare per il team di Maranello, dal 2017 al 2022 sia stato team principal del team Sauber ormai prossima a diventare Audi, la quale ultima sembra intenzionata a rimpiazzare il secondo pilota Zhou Guanyu, imposto dall’attuale azionista cinese, proprio con il ferrarista Carlos Sainz, il cui omonimo genitore forse non per caso sia pluricampione di varie categorie motoristiche già sponsorizzate proprio da Audi.
Il declino cui la Red Bull sembra ormai incamminarsi permette un’altra interpretazione dei valori cronometrici registrati al traguardo al termine della gara australiana: alle spalle del poleman Carlos Sainz, troviamo l’altro ferrarista Charles Leclerc, ma a soli 2.36 secondi; terzo si piazza Lando Norris di McLaren, staccato di altri 5.90 secondi, il compagno di scuderia Oscar Piastri, con un ritardo di mezzo minuto, e quindi Perez, Stroll, Tsunoda, Alonzo Hulkenberg e Magnussen con ritardi che partono dal minuto e mezzo ad oltre un giro di pista.
Questi valori iniziano a confermare che le Ferrari sono finalmente riuscite a recuperare un passo gara vincente, e che le loro principali concorrenti restano le McLaren, scuderia che dall’inizio della scorsa stagione ha registrato un costante incremento tecnico.
Le rosse di Maranello sono in recupero anche nella classifica mondiale piloti.
In soli 11 punti infatti troviamo Verstappen, a quota 51, ma incalzato da Leclerc di Ferrari a 47, quindi Sergio Perez con 46, Carlos Sainz a 40; quinto, con 28 punti, è Oscar Piastri di McLaren.
Anche la graduatoria iridata costruttori conferma il recupero delle rosse italiane: prima è Red Bull, con 97 punti, che al momento si impone su Ferrari per sole 4 lunghezze. Notevolmente distanziate troviamo McLaren, Mercedes, ed Aston Martin, ma che allineano valori come 56, 26, e 25 punti.
La Formula 1 tornerà tra due settimane, sul circuito di Suzuka, per il Grand Prix del Giappone.