Miami si tinge d’azzurro: nella giornata di ieri, infatti, la nazionale di Luciano Spalletti è atterrata in città, dove domani sera affronterà in amichevole il Venezuela, 19 anni dopo l’ultima gara giocata in terra americana. Durante l’allenamento pomeridiano al Chase Center, tempio dell’Inter Miami e soprattutto di Lionel Messi, la selezione italiana ha ricevuto la visita di un ospite speciale: il Ct Spalletti, ha infatti accolto a braccia aperte Jannik Sinner, numero 3 del ranking ATP.
Il fenomenale tennista, vincitore degli ultimi Australian Open, si trova in Florida per il torneo ATP 1000 iniziato ieri. Accolto dal presidente federale Gabriele Gravina, da Spalletti e dal capo delegazione, nonché ex leggenda azzurra, Gigi Buffon, Sinner si è fermato a lungo allo stadio, intrattenendosi con diversi calciatori: domani sera, salvo imprevisti legati al torneo, Jannik sarà sugli spalti a tifare per Donnarumma e compagni.
Al termine dell’allenamento, il commissario tecnico di Certaldo ha radunato i suoi a centrocampo, portando con sé il ragazzo dai capelli rossi che in questo particolare momento storico rappresenta la massima espressione dello sport italiano nel mondo.

Spalletti ha approfittato della presenza del giovane campione per bacchettare, seppur scherzosamente, i suoi giocatori. Con l’immancabile accento toscano che da sempre lo contraddistingue, il mister ha infatti dichiarato: “Ora diventerebbe facile parlare di autodisciplina, di motivazioni. Basterebbe prendere un pezzetto di lui…”. Sebbene sembri evidente che l’intento dell’allenatore azzurro era quello di stuzzicare l’orgoglio dei suoi ragazzi, è altrettanto vero che non è la prima volta che il Ct parla dell’importanza della disciplina all’interno del gruppo.
Solo poche settimane fa, Spalletti aveva infatti dichiarato di non aver gradito le consuetudini di alcuni giocatori azzurri, abituati a giocare alla playstation fino a notte inoltrata, anche nel giorno che precede la partita. Nel corso della prima conferenza stampa in terra americana, il Ct è tornato ancora una volta sull’argomento, dichiarando: “Qualcuno è stato sveglio di notte prima della gara con l’Ucraina, non mi sta bene. Non sono le due ore in campo quelle che dimostrano il nostro livello, ma le altre 22. Si viene in Nazionale per vincere l’Europeo non per vincere a Call of Duty”.
Sembra evidente che la nota console, da sempre uno dei passatempi preferiti dai calciatori, sarà bandita dal ritiro azzurro, almeno fino a quando su quella panchina siederà Lucianone. Ma siamo davvero sicuri che tali misure ci porteranno ad avere nuovamente una nazionale competitiva e, soprattutto, unita?
La storia sembra dirci l’esatto contrario. Nel 2006, ad esempio, i giocatori dell’Italia campione del mondo giocavano regolarmente fino a tarda notte con l’allora Play2. Eppure, il Ct Marcello Lippi sapeva bene che anche quello era un modo per staccare la spina e fare gruppo. Certo, è pur vero che quella era una nazionale all’apice del suo percorso, iniziato in Francia nel ’98, che poteva contare su alcuni dei più grandi fenomeni del nostro calcio, come Totti, Del Piero, Pirlo e Buffon.

Questo, invece, è un gruppo giovane, che dovrà necessariamente restare sul pezzo se vorrà provare ad arrivare fino in fondo al torneo. E poi inutile girarci intorno: anche se l’età media della squadra avesse superato i 30 anni, Spalletti avrebbe adottato le stesse misure. Il mister, d’altronde, nella sua carriera ha sempre storto il naso davanti ai calciatori amanti delle ore piccole.
Lo sanno bene i tifosi della Roma, che ricorderanno sicuramente come una partita a carte in piena notte, in un hotel di Bergamo, sancì la rottura definitiva del rapporto tra l’allora tecnico giallorosso e capitan Francesco Totti.