Il gol arriva dopo un’ora di nulla come contro il Barcellona. È Raspadori che trova la giocata per la prima palla buona a Osimhen. Nel finale troppi errori sotto porta e al 96° Luvumbo punisce gli azzurri. C’era troppo ottimismo nell’aria dopo la gara di mercoledì per una squadra che commette errori nei singoli e di gruppo nei momenti decisivi.
Nel primo tempo il Cagliari si presenta con un atteggiamento aggressivo e il Napoli non riesce ad essere pericoloso producendo un possesso palla improduttivo. L’unico tiro in porta è di Raspadori con la parata di Scuffet mentre i sardi si vedono annullare la rete di Lapadula dal Var e Luvumbo con la porta spalancata spara alto sulla traversa. Lo 0-0 alla fine della prima frazione è un risultato d’oro per quello che si è visto in campo.
Nel secondo tempo il copione non cambia e i rossoblu si presentano ancora più aggressivi che gli azzurri entrano in campo sottotono. Il Napoli non trova spazi e soffre la chiusura della squadra di mister Ranieri ma alcuni momenti è inguardabile per l’inconsistenza della manovra.
Poco prima del 20° arriva la prima conclusione di Osimhen parata da Scuffet ed è il preludio al suo gol un minuto dopo grazie all’assist al bacio di Jack Raspadori. Gli azzurri sfiorano il raddoppio sempre con il nigeriano che tira sul palo due volte me è in fuorigioco. Nel finale Politano si divora il raddoppio e Simeone si fa ipnotizzare da Scuffet nel recupero. La legge del calcio a quel punto è spietata: svarione al 96° e Luvumbo punisce gli azzurri con l’1-1.
La partita è speculare a quella di Champions, con il Cagliari che non è il Barcellona ma ha messo alle corde gli azzurri. Osimhen illude segnando l’uno a zero. Poi troppi gol divorati con il nigeriano in panchina. La cura Calzona ha illuso troppo presto per poter allontanare i fantasmi di una squadra che gioca solo a sprazzi e continua a commettere tanti errori. Qui probabilmente si spengono le speranza Champions.