L’andata contro il Barcellona finisce 1-1 al Maradona. Gli azzurri trovano un pareggio quasi miracoloso con l’unico tiro in porta. Osimhen risponde a Lewandowski. Un Napoli sulle gambe, caotico e lento riesce a uscire imbattuto grazie soprattutto a un grande Meret nel primo tempo: tre parate evitano il vantaggio catalano.
Nel primo tempo il Napoli è completamente in balia del Barcellona. Nella prima mezz’ora si gioca in una sola metà campo ed è l’estremo difensore azzurro a salvare per tre volte su Gundogan e Lamine Yamal, che a 16 anni gioca come un veterano. Gli azzurri sono imballati e commettono anche errori tecnici imbarazzanti in disimpegno o in impostazione, la paura si evince da chi ha palla tra i piedi. Solo dal 30° i partenopei respirano e provano il controllo del campo, ma per tutto il primo tempo non c’è un solo tiro in porta.

Da Di Lorenzo a Politano, passando per Cajuste, mancano dinamismo e fame. Osimhen innocuo, l’unico che ci prova è il solito Kvara marcato a uomo. Nel secondo tempo il copione non cambia con il Barca che al quarto d’ora trova l’angolo giusto con Lewandoswki. A quel punto i blaugrana sembrano appagati e Calzona con Traore e Lindstrom trova maggiore velocità. Al 31° Osimhen si libera in area e nell’unico tiro in porta della partita trova il gol. Per dieci minuti il Barcellona arranca e il Napoli prova a spingere con le mischie in area. Nel recupero, però, è Rafinha a mancare la rete di poco.
La cura Calzona non si poteva vedere. Il ct della Slovacchia ha rischiato grosso togliendo Kvara ma il Napoli ha trovato un pari in una gara dove non ha mai tirato in porta per 75 minuti. Traore e Lindstrom danno più velocità. Bisogna rischiare lasciando in panca alcuni senatori fuori forma, distratti e appagati. Sarà un mission impossible la qualificazione (e anche il quarto posto in campionato) ma la palla è tonda. Questa è l’unica speranza attuale per gli azzurri.