La fila ordinata ed interminabile di persone per salutare Luigi Riva (detto Gigi) è impressionante, c’è un silenzio surreale, tra l’incredulità di chi forse lo credeva immortale e chi si asciuga una lacrima che gli riga il viso, perché in fondo parlare a Cagliari di Gigi Riva è come parlare di un parente stretto, quello che magari vedi che sta invecchiando ma che non pensi che prima o poi dovrai salutarlo per sempre.
Mercoledì pomeriggio i funerali saranno celebrati nella bellissima Basilica di Nostra Signora di Bonaria alla presenza di personaggi lustri, noti e meno noti. La certezza è che ci sarà un bagno di folla proveniente da tutta Italia per rendere omaggio a quel ragazzino nato a Leggiuno ma sardo di adozione.
Ha segnato 208 goal nella sua storica squadra, il Cagliari, in ben 378 presenze. Ha vinto un Europeo nel 1968. Ha giocato 42 partite nella nazionale azzurra segnando 35 goal (primato che ancora detiene dopo 48 anni) ed arrivando secondo ai mondiali Messico 70 in finale con il Brasile.
Ma facciamo un passo indietro….
È il 12/04/1970. Siamo allo stadio Amsicora del capoluogo sardo, la partita che si sta per disputare è Cagliari- Bari.
Le squadre stanno per scendere in campo, lo stadio è gremito di spettatori, i posti a sedere sono finiti e le persone si arrampicano nella recinzione, si siedono sui muretti, nei lampioni, qualunque appiglio è buono pur di riempirsi gli occhi di quello che di lì a breve avrebbe per sempre cambiato la storia del Cagliari e della Sardegna tutta.
Questa per noi è la partita del secolo, la partita del riscatto, quella impossibile, quella che a inizio campionato potevamo solo sognare con la più fervida immaginazione.
Ce la giochiamo lì in 90 minuti, scanditi dalla voce del Maestro Sandro Ciotti che come suo solito riesce a fartela entrare nelle vene, quasi a volerti rendere partecipe in campo. La tensione è alta ma, l’obiettivo rimane uno: si gioca per vincere e per diventare campioni d’Italia.
La squadra di casa gioca in attacco sin dal primo minuto sfiorando più volte il vantaggio nei confronti del Bari. Al 39’ minuto del primo tempo arriva il primo goal del Cagliari, dopo una parabolica di Brugnera, in corsa alla sua maniera e di testa Gigi Riva, con l’ormai storica maglia numero 11, mette a segno il primo goal che porta in vantaggio il Cagliari.
Lo stadio tutto inizia a crederci, inizia a immaginare quel dopo partita e cosa accadrà all’indomani di una ormai vicinissima vittoria …
Arriva poco dopo, la notizia favorevole che la Lazio sta vincendo contro la Juve al decimo della ripresa. La tensione sale sempre più, in campo c’è nervosismo, non possono permettersi di sbagliare niente.
Alle ore 16.39 la Lazio segna un secondo goal alla Juventus, esattamente a quell’ora ed esattamente a quel minuto il Cagliari vince lo scudetto, ormai è tutto un delirio.
Si continua a giocare, la partita non è ancora finita, gli spalti ora sono muti, ma al 43’ della ripresa Bobo Gori scaglia un secondo pallone in rete, l’apoteosi diventa realtà.
Il Cagliari diretto da Manlio Scopigno è Campione D’Italia! Il Cagliari ha vinto lo scudetto! L’arbitro fischia il fine partita, la folla si riversa in campo, il resto è storia, Gigi Riva è già una leggenda.
Il primo scudetto per il Cagliari Il primo scudetto di una squadra del sud a vincerlo.
Sandro Ciotti commenterà così:
“Il protagonista è stato lui, il vecchio stadio Amsicora, fervido di una passione civilissima eppure straordinariamente partecipe alla quale è sempre bastato per esplodere un crudo ma suggestivo elenco di nomi…..”. Riva, Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti.
“Ci chiamavano pecorari e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, come oggi purtroppo. Il Cagliari era tutto per tutti. Sarebbe stata una vigliaccata andare via. Non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito”