Il problema è il gol non fatto e anche quello preso, ancora di testa. Contro una Juventus mediocre e con il solo Chiesa a provare qualche azione gli azzurri divorano reti e poi calano alla distanza nonostante abbiano provato almeno a pareggiare. Al netto degli errori gira male.
Nel primo tempo il Napoli parte benissimo e la Juve sembra quasi spaventata. Prima Di Lorenzo e poi Politano sfiorano il vantaggio. Gli azzurri hanno il pallino del gioc, per i primi venti i bianconeri non riescono nemmeno a superare la metà campo. Poi ci pensa Chiesa che offre una palla d’oro a Vlaovhic che sbaglia e poi viene fermato sul fondo dopo una serpentina.
Ma è Kvara ad avere la palla per il vantaggio su assist di Osimhen in contropiede: il 77 spara alto davanti al portiere polacco. Poi si innervosisce e viene ammonito dopo una minireazione su una delle tante provocazioni di Gatti. Sczesny poi fa una super parata contro di Di Lorenzo nell’area piccola.
Nel secondo tempo il gol a freddo con il solito colpo di testa su un cross: Rahamani ancora in ritardo e Gatti segna. Il Napoli prova a ricucire il gioco dopo lo sbandamento. Mazzarri prova a cambiare con Raspadori e Elmas con Zanoli a spingere a sinistra per una variazione di modulo. Gli azzurri però non trovano lo spunto. Nel finale è una assalto con tre punte e la Juve che mette la barriera davanti alla porta.
In queste due gare il Napoli raccoglie molto meno di quanto abbia dimostrato in campo. Paga però le distrazioni in difesa soprattutto sui cross e i cali mentali quando è il momento di spingere. È una stagione preparata male e cominciata con troppi equivoci societari e tecnici. Mazzarri deve continuare la cura e avere il quarto posto come obiettivo in attesa di martedì: gli ottavi di Champions sono ora un obbligo senza appello.