Non riesce l’impresa all’Inter Miami, battuta nella finalissima della US Open Cup da un’ottima Houston. I rosanero, dunque, dicono addio ai loro sogni di “back to back”: in caso di vittoria, infatti gli Herons si sarebbero aggiudicati il loro secondo titolo stagionale, pochi mesi dopo la conquista della Leagues Cup.
Rammarico enorme per gli uomini del Tata Martino, che stavolta hanno dovuto fare a meno della loro principale superstar, Lionel Messi, escluso dalla lista dei convocati a causa di un fastidio fisico provocato da una vecchia cicatrice: un infortunio che da 2 settimane continua a tormentare il numero 10, costretto ai box. Con il sette volte pallone d’oro fuori dai giochi, Houston ha mantenuto le aspettative, disputando un’ottima partita fin dai primi minuti di gioco. In apertura di gara, infatti, i texani sono andati vicinissimi al gol in almeno due occasioni, trovando però dinanzi a loro un muro di nome Callender. L’estremo difensore rosanero, però, nulla ha potuto sulla bordata in area di rigore di Griffin Dorsey, che al ventiquattresimo porta gli ospiti in vantaggio. Il gol subito, fa sbandare pericolosamente la difesa dell’undici della Florida, orfana del suo elemento principale, Jordi Alba, ancora alle prese con un affaticamento muscolare. Poco dopo la mezz’ora, Houston ne approfitta, raddoppiando direttamente dagli undici metri, grazie al penalty trasformato da Amine Bassi.
L’intervallo arriva proprio nel momento migliore degli uomini di Ben Olsen, che sfiorano addirittura il tris. Nello spogliatoio, Busquets e compagni riordinano le idee e tornano in campo con un atteggiamento sicuramente più propositivo rispetto al primo tempo: in apertura di ripresa, Martinez sfiora il gol che avrebbe riaperto la gara, con il suo colpo di testa che termina di poco fuori. I rosanero riescono ad accorciare solo in pieno recupero, al novantunesimo, con lo stesso Martinez che gira in porta l’assist di Farias. L’ultima chance per gli Herons capita sulla testa di Stefanelli: la conclusione del numero 22, ad un minuto dal triplice fischio, si spegne però tra le manone di Tarbell. Game, set, match: Houston vince 2-1 e conquista la seconda US Open Cup della sua storia.
A Miami resta la consapevolezza di potersela giocare ormai alla pari con tutti: ora, in questo momento della stagione, la priorità in casa Herons è il recupero di Lionel Messi. Senza il loro capitano, difficilmente i rosanero potranno ambire a quella che sarebbe una clamorosa qualificazione playoff. Proprio per questo motivo, Martino ha voluto tenere ancora una volta a riposo il campione di Rosario, spiegando: “Sarebbe stato assurdo schierarlo, non possiamo rischiare. Il suo inserimento in campo verrà deciso partita dopo partita, insieme al nostro staff medico”.

Nel frattempo, nonostante il numero 10 sia ancora out dal rettangolo verde, la sua presenza in città ha reso Miami una delle capitali occidentali del calcio. Anche in vista della prossima coppa del mondo, infatti, la FIFA ha deciso di aprire una nuova sede permanente proprio presso la città della Florida, che ospiterà l’ufficio legale della federazione internazionale ed oltre 100 membri del suo personale interno. “Tutto ciò è in linea con la visione globale di un’organizzazione che conta 211 associazioni affiliate”, hanno dichiarato i vertici dell’associazione guidata da Gianni Infantino, “I nostri nuovi uffici a Miami si aggiungono a quelli di Parigi, a quelli di Singapore ed a quelli di sviluppo regionale, presenti in tutto il mondo”.