Negli Stati Uniti si respira un’atmosfera di eccitazione: Simone Biles farà il suo ritorno in competizione stasera. La regina della ginnastica è in gara agli Us Classic dopo un’interruzione di quasi due anni.
Biles, insignita del titolo di Atleta dell’Anno nel 2021 dalla rivista Time, è un simbolo in America. Nel corso dei Giochi Olimpici di Tokyo del 2021, che avrebbero dovuto consacrarla come la più grande ginnasta di tutti i tempi, tenne una conferenza stampa per annunciare il suo ritiro dalle competizioni. Una scelta dettata dalla volontà di non penalizzare le compagne di squadra e di concentrarsi sulla sua salute mentale, mettendo da parte la carriera sportiva.
Quelle parole e immagini attirarono l’attenzione di tutto il mondo. “Sento il peso del pianeta sulle mie spalle”, disse Simone in Giappone.
Oggi, a 26 anni, è apparsa in splendida forma durante gli allenamenti e ha persino eseguito agevolmente il doppio carpio Yurchenko: lo stesso salto che non riuscì a compiere a Tokyo e che all’epoca diede spinta al suo blocco psicologico.
La campionessa statunitense non ha rilasciato dichiarazioni, preferendo far parlare l’allenatrice Cecile Landi: “Non saremmo qui se avessimo riscontrato anche solo un minimo dubbio – ha detto Landi – La sua determinazione è inossidabile e noi la sosteniamo. Continueremo finché lei ci dirà che è pronta”.
Landi ha raccontato come Biles avesse accennato al suo possibile ritorno durante una cena lo scorso marzo, e che, dopo essersi sposata ad aprile, avesse finalmente preso la decisione, confermato a maggio.
Il ritiro di Simone Biles a Tokyo ha dato il via a un grande dibattito sulla salute mentale nello sport e sulle immense pressioni legate alle aspettative. I problemi affrontato dalla statunitense durante le Olimpiadi erano causati dai “twisties”, la perdita di orientamento degli atleti durante le esibizioni.
Simone, in questi mesi, ha anche dovuto affrontare i fantasmi degli abusi subiti durante la sua carriera in nazionale: è infatti una delle numerose ginnaste vittime di violenze sessuali da parte del medico della squadra statunitense Larry Nassar, ora dietro le sbarre.