La guardia titolare dei Boston Celtics, Jaylen Brown, ha firmato il contratto più ricco della storia NBA. Il giocatore biancoverde e la franchigia del Massachusetts hanno raggiunto un accordo quinquennale da 304 milioni di dollari totali.
Cifre astronomiche, che lasciano sicuramente intendere come il management di Boston non avesse alcuna intenzione di perdere il suo numero 7. Dopo l’ennesima deludente sconfitta ai playoff, infatti, quasi tutti gli addetti ai lavori erano sicuri che i Celtics avrebbero sacrificato il ventiseienne di Marietta, per ricostruire la squadra intorno a Jayson Tatum. Le cose sono andate in maniera diversa: i biancoverdi hanno infatti deciso di scaricare Marcus Smart, accasatosi a Memphis, rinnovando la guardia selezionata al draft del 2016.
Come dichiarato dall’agente del giocatore, Jason Glushon, ai microfoni della Espn, nel corso della stagione 24/25 Brown guadagnerà oltre 52 milioni di dollari. Durante il suo ipotetico ultimo anno in maglia Celtics, invece, riceverà uno stipendio da ben 69 milioni. Naturalmente, il contratto sarà interamente garantito. Come spiegato da The Athletic, però, il ventiseienne non potrà usufruire della no-trade clause, la clausola con la quale un professionista può rifiutare il trasferimento in determinate franchigie. Una decisione con cui i Celtics proveranno quantomeno a tutelare le proprie finanze, qualora il nuovo corso tecnico dovesse naufragare e ci dovesse essere bisogno di spazio salariale.
Un rinnovo a dir poco clamoroso, dunque, quello offerto da Boston al suo numero 7, che ha chiuso l’ultimo campionato a quota 26.6 punti di media, massimo in carriera, tirando con il 49% dal campo. La guardia tiratrice biancoverde, dunque, diventa il giocatore più pagato della NBA, superando Nikola Jokic: solo poche settimane fa, il centro serbo, MVP delle ultime Finals, aveva prolungato il proprio contratto con Denver, per l’astronomica cifra di 264 milioni di dollari. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, sembrerebbe che al termine della prossima stagione i Celtics proporranno un contratto molto simile a Jason Tatum, principale stella della rosa biancoverde.
Nel frattempo, mentre le varie franchigie della NBA continuano a lavorare per tenersi stretti i propri gioielli, fuori dal campo il brand della lega continua a crescere a dismisura. Quasi sicuramente, nei prossimi anni il campionato cestistico più spettacolare al mondo potrebbe aprire le proprie porte a nuove città ed a nuove squadre. “Una futura espansione da 30 a 32 squadre non è una certezza, ma una forte possibilità”, ha spiegato il commissioner Adam Silver, “Trovo che sia naturale che le organizzazioni crescano col tempo. Di sicuro guarderemo con attenzione al caso di Las Vegas. Non c’è dubbio, inoltre, che c’è enorme interesse attorno al nome di Seattle. Quando saremo pronti a considerare l’idea di un’espansione lo diremo apertamente, ma non è ancora questo il momento”.
Tra le città nominate dal numero 1 della lega, una in particolare non può lasciare indifferente gli amanti della palla a spicchi: Seattle, un tempo casa dei mitici SuperSonics. Tra coloro che, un giorno, potrebbero decidere di investire ad Emerlald City, potrebbe esserci Kevin Durant, attuale stella dei Suns ed ex giocatore proprio dei Sonics, che lo scelsero al draft nell’ormai lontano 2007. A dichiararlo è stato lo stesso KD, nel corso della sua ultima intervista alla CNBC. “In un mondo ideale sarebbe fantastico”, ha spiegato il 3 volte campione NBA, “Seattle sarebbe proprio il posto perfetto, la città merita di avere una squadra”.
L’ex Warriors ha anche parlato della decisione presa dalla lega riguardante il consumo di marijuana, rimossa dall’elenco delle sostanze vietate. “Ho chiamato Adam Silver chiedendogli di concedere l’utilizzo della marijuana”, ha spiegato Durant, “quando sono entrato nel suo ufficio ho sentito l’odore. Non ho dovuto dire molto. E’ la NBA, lo fanno tutti. A questo punto, è come il vino”.