Jakub Jankto sarà il primo calciatore dichiaratamente omosessuale a giocare in Serie A. Dopo l’esperienza in Spagna e il breve passaggio in Repubblica Ceca, il centrocampista di Praga è pronto a firmare per il Cagliari di Claudio Ranieri, neopromosso nella massima serie.
In questi giorni, in Italia si è parlato tanto del giocatore ceco: le diverse discussioni, sfortunatamente, non vertevano certo sulle sue caratteristiche tecniche. Il tema principale, infatti, resta quello dell’omosessualità del centrocampista, rivelata dallo stesso Jankto circa quattro mesi fa, con un video pubblicato sui propri canali social. Un aspetto che dimostra quanto, ancora oggi, una parte del Paese abbia una mentalità gretta, chiusa, retrograda.
Senza nemmeno prendere in considerazione le cose scritte negli ultimi giorni da alcuni leoni da tastiera, che non meritano certo di essere identificati come tifosi, fanno sicuramente discutere, invece, le parole del Ministro dello sport, Andrea Abodi, che si è espresso sul ritorno del giocatore ceco in Serie A e sul suo coming out, spiegando: «Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni».

ANSA/FABIO CIMAGLIA NPK
Le dichiarazioni del Ministro hanno generato, fin da subito, un polverone mediatico infinito. «È uno dei classici argomenti omofobi. Fate pure quello che volete basta che non si veda», ha comunicato Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, «Non c’è nessuna ostentazione nel dichiarare quello che si è. In questo modo, non si svolge bene il proprio ruolo. Le istituzioni devono essere i luoghi di tutti e di tutte. Sarebbe opportuno che chi sta nelle istituzioni agevolasse il coming out, soprattutto nello sport». «Di quale ostentazione parla Abodi?», ha invece dichiarato Riccardo Magi, segretario di +Europa, «La verità è che come in altri ambiti della società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più. Anzi, persone come Jankto aiutano altri sportivi, in particolare in un ambiente omofobo come quello del calcio, a fare coming out». «Resto inorridita per le parole usate dal Ministro», ha infine dichiarato Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, «si tratta dell’ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo Governo».
Dopo la bufera mediatica delle ultime ore, Abodi è ritornato sulle proprie parole, nel corso di una intervista rilascia a La Stampa. Il Ministro ha infatti spiegato: «Io omofobo? È assurdo, mi dispiace che si dica questo di me, è molto lontano dal mio modo di essere. Si deve a tutti il rispetto per l’identità quindi vorrei mille coming out. Mi sono già messo in contatto con la società, parlerò con Jankto. Farò tutto quello che può servire per chiarire la mia posizione su questo argomento».
Nonostante le ultime dichiarazioni del Ministro, la vicenda che ha coinvolto il centrocampista ceco dimostra come in Italia l’omosessualità sia spesso ancora un vero e proprio tabù, soprattutto nella sfera sportiva e, più specificamente, calcistica. Prima di Jankto, l’unico calciatore passato nel Belpaese ad aver fatto coming out era stato Thomas Hitzlsperger, centrocampista accasatosi per un breve periodo alla Lazio. Quest’ultimo, però, a differenza del nuovo giocatore del Cagliari, decise di fare chiarezza sul proprio orientamento sessuale solo dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.