La campionessa olimpionica statunitense Tori Bowie, trovata morta lo scorso maggio nella sua casa in Florida, è deceduta a causa di complicanze dovute alla gravidanza. A riferirlo è stata l’agenzia della velocista 32enne in un comunicato.
Bowie, medaglia d’oro nella staffetta 4×100 nonché argento e bronzo rispettivamente nei 100 e 200 metri alle Olimpiadi di Rio, sarebbe morta quando era ormai all’ottavo mese di gravidanza e in fase di travaglio.
Secondo un referto dell’autopsia ottenuto da USA Today Sports, la morte della centometrista afroamericana è stata dichiarata “naturale”.
Due potenziali effetti scatenanti nel decesso sarebbero stati l’affanno respiratorio e l’eclampsia – un disturbo convulsivo legato alla gravidanza che può provocare crisi epilettiche e ictus. Quest’ultima condizione colpisce statisticamente le donne afroamericane in misura molto maggiore rispetto alle donne di altre etnie.
Nata e cresciuta in Mississippi, Bowie aveva iniziato come cestista prima di dedicarsi all’atletica – disciplina in cui dimostrò subito grande talento vincendo i campionati statali nei 100 e 200 metri oltreché nel salto in lungo.
Sulla scena internazionale, Bowie ha portato agli Stati Uniti ben tre medaglie d’oro: alla staffetta 4x100m delle Olimpiadi di Rio del 2016 e dei Mondiali di atletica di Londra del 2017, occasione in cui si aggiudicò anche la finale individuale dei 100 m.