È morto Bill Russell, leggenda dell’Nba e dei Boston Celtics. Lo ha annunciato la famiglia, secondo quanto riportato dalla Cnn.
Russell aveva 88 anni ed è stato la prima superstar del basket americano. Schierato nel ruolo di centro, rimbalzista e stoppatore senza eguali fino all’arrivo di Wilt Chamberlain con il quale diede luogo a duelli di gioco altamente spettacolari, Russell ha trascinato la squadra di Boston a vincere ben 11 titoli, di cui otto consecutivi, due dei quali da allenatore-giocatore.
Russell è stato infatti anche il primo coach professionista afroamericano nella storia del basket, negli anni in cui in cui nella capitale del Massachusetts e tutti gli Stati Uniti c’era ancora la segregazione razziale.

Lui, Russell, non si è mai tirato indietro neanche sul fronte dei diritti civili. Una volta, nel 1961, quando i Celtics dovevano giocare una partita contro i St. Louis Hawks a Lexington, nel Kentucky, a lui e ad altri compagni di squadra afroamericani venne rifiutato il servizio in una caffetteria. Per protesta, la squadra lasciò la città senza giocare. Russell era inoltre solito non firmare autografi perché, sosteneva, avrebbe mostrato acquiescenza all’establishment bianco dell’epoca che non permetteva agli afroamericani di avanzare in ambiti che non fossero lo sport.
Prima di passare al professionismo aveva vinto due campionati universitari (Ncaa) con il team della University of San Francisco e l’oro olimpico, con gli Usa a Melbourne nel 1956. Nella Nba, invece, oltre agli undici anelli aveva vinto anche per cinque volte il premio di Mvp, ovvero di miglior giocatore della lega. Membro della Hall of fame del basket dal 1975, nel 2011 era stato insignito della ‘Presidential Medal of Freedom’, una delle massime onorificenze pubbliche negli Stati Uniti.
“È stato uno dei più grandi atleti della nostra storia – ha detto il presidente Joe Biden – un campione di tutti i tempi, un brav’uomo e un grande americano che ha fatto tutto il possibile per mantenere la promessa dell’America per tutti gli americani. Bill ha affrontato l’ostilità e l’odio del razzismo radicati in ogni parte della vita americana. Eppure, non si è mai arreso”.
“Abbiamo perso un gigante – il ricordo dell’ex presidente Barack Obama – per quanto Bill Russell fosse alto, la sua eredità va ancora più in alto, sia come giocatore che come persona. Forse più di chiunque altro, Bill sapeva cosa ci voleva per vincere e per essere un leader”.