Dopo il misero pareggio con la Macedonia in casa, l’Italia supera di misura l’Albania in trasferta e si qualifica come testa di serie per gli spareggi di accesso al Mondiale. Nelle ultime quattro partite di qualificazione per il torneo in Russia, gli azzurri di Gian Piero Ventura hanno segnato tre reti e incassate quattro, con due vittorie, un pareggio e una sconfitta. Non certo un cammino degno della storia e anche della formazione di cui dispone la squadra.
QUALIFICAZIONI FATICOSE – È vero che tradizionalmente l’Italia soffre sempre nelle qualificazioni. Ad esempio, l’Italia di Bearzot, campione del mondo 1982, non riuscì a staccare il biglietto per gli europei di due anni dopo, finendo miseramente quarta in un girone a cinque squadre. E anche la nazionale guidata da Conte, che ci ha resi orgogliosi per il bell’Europeo disputato lo scorso anno, faticò non poco a qualificarsi. Non tanto nella classifica del girone, ma nelle prestazioni. Qualcuno ricorderà le due vittorie per 1-0 con Malta o il sofferto 2-1 contro l’Azerbaigian a Palermo.
CT ADATTO? – Con altrettanta onestà va anche osservato come la nostra formazione versione 2017 sia nettamente più forte, presa singolarmente, di quella che solo un anno fa eliminò la Spagna. I talenti ci sono, manca il gioco. Viene da chiedersi se la scelta della guida tecnica da parte del presidente Carlo Tavecchio sia stata saggia. Ventura è un buon insegnante di calcio, così lo ricorda ad esempio Luciano Spalletti, suo giocatore negli anni Ottanta all’Entella e allo Spezia. Il commissario tecnico però paga anche una scarsissima esperienza internazionale. Da allenatore di club non ha mai disputato una partita di Champions League. Secondo alcuni tabloid potrebbe tornare proprio Conte sulla panchina azzurra, se le cose non dovessero andare bene nelle qualificazioni o nelle prime giornate dell’Europeo. Una storia che ricorderebbe il ritorno di Lippi del 2008, dopo due anni di interregno di Donadoni.
ASSENZA DI GIOCO – La squadra gioca contratta e in maniera poco fluida, con poca convinzione della messa in campo. Il modulo a quattro punte porta ad una lenta e prevedibile circolazione di palla, con i giocatori offensivi che ricevono spesso il pallone spalle alla porta. Insigne, straordinario funambolo nel Napoli di Sarri, con la maglia della Nazionale offre prestazioni incolori, dove non riesce ad accendersi con le sue accelerazioni sul breve. Anche Candreva, che ieri ha segnato, è spesso confusionario nelle giocate, ma questo gli capita anche nell’Inter. Immobile e Belotti (o Eder, ieri, in assenza del granata) occupano le stesse zone di campo e non trovano l’intesa. Troppo spesso il gioco si affida ai lanci da dietro – non sempre precisi – di Bonucci.
NOSTALGIA DI PIRLO – Molta malinconia ha destato l’intervista ad Andrea Pirlo pubblicata sabato sulla Gazzetta dello sport, dove il giocatore annuncia il suo ritiro dal calcio. A questa Italia manca proprio il genio dell’ex campione del mondo, non a caso soprannominato The Maestro, da quando si è trasferito a giocare qui nel campionato Mls. Manca soprattutto un costruttore di gioco. Verratti va a corrente alternata e Ventura ha scelto deliberatamente di ignorare Jorginho, che le statistiche considerano il miglior giocatore del campionato nel rapporto tra numero di palloni giocati e precisione nei passaggi.
RIVALI – Raggiunta, a fatica, la nomina di testa di serie, ora la Nazionale di Ventura attende di conoscere il nome dell’avversaria da sfidare nel decisivo playoff. Scongiurato il rischio di incontrare il Portogallo di Cristiano Ronaldo, il prossimo ostacolo sulla strada di Mosca sarà una tra Svezia, Irlanda del Nord, Irlanda e Grecia. Squadre alla portata, in teoria, degli azzurri, anche se le ultime prestazioni offerte non consentono di sottovalutare nessuno.