L'Olimpia Milano, lo squadrone di basket italiano che ha celebrato il suo ottantesimo compleanno con un tour negli Stati Uniti conclusosi la scorsa settimana, è tornato bruscamente alla realtà martedì sera al palazzetto di Assago, subendo una schiacciante sconfitta da parte della squadra americana dei Boston Celtics.
La visita americana di Gentile e compagni aveva visto la compagine milanese guidata dal coach Repesa misurarsi solo con il Maccabi di Tel Aviv in un doppio confronto iniziato a Chicago alla fine di settembre, vinto dagli israeliani, e la "rivincita", giocata un paio di giorni dopo al Madison Square Garden di New York in cui l'Olimpia è riuscita ad imporsi sugli avversari con il punteggio di 76-72 davanti ad un pubblico di circa diecimila spettatori tra i quali la presenza e il tifo israeliani sono stati preponderanti.
Ma una volta tornati in Italia, l'EA7, (Emporio Armani 7 dal nome del suo nuovo sponsor e proprietario) ha dovuto fare i conti con la "vera America" cestistica: quella di una squadra dell'NBA come i Boston Celtics che ha avuto vita facile con i milanesi terminando la partita con ben trentatré punti di vantaggio (124-91).
Risultato a parte, la preparazione pre-campionato, con la sua spedizione americana, è stata per le "scarpette rosse" soprattutto un'importante opportunità di crescita, più simile, appunto, ad una festa di compleanno che ad un confronto agonistico vero e proprio, come dimostrato dalla folta presenza di sostenitori italiani dei Boston Celtics che hanno dato il benvenuto agli ospiti americani ad Assago.
Il legame americano della squadra d'altronde, ha radici profonde e ben documentate. Oltre ad annoverare tra le sue fila molti giganti (di nome di di fatto) della pallacanestro italiana come Cesare Rubini, Sandro Gamba, Dino Meneghin e Danilo Gallinari, l'Olimpia ha ospitato anche molti americani illustri come Mike D'Antoni, Bob McAdoo, Abert King, l'attuale senatore ed ex stella del basket americano Bill Bradley e Arthur "Arturo" Kenney che, nel corso di questa tournée americana, ha svolto il ruolo di maestro di cerimonie.
Proprio Kenney, assieme a Bill Bradley e ad Albert King, è stato tra i giocatori la cui carriera milanese è stata celebrata sul parquet del Madison Square Garden durante la seconda partita contro il Maccabi.
Gli impegni americani dell'Olimpia contro Maccabi e Boston Celtics, hanno rappresentato anche un'opportunità per il giovane capitano della squadra, Alessandro Gentile, di mettere in mostra le sue doti tecniche e atletiche.
Gentile, che presto potrebbe attraversare l'Atlantico per giocare con una squadra dell'NBA, si era già distinto nel corso del doppio confronto con gli israeliani e ha ribadito le sue doti di trascinatore della squadra anche martedì sera contro Boston segnando 19 punti con 9/20 al tiro.
Una prestazione alla quale è seguito un lusinghiero tweet da parte di Daryl Morey il General Manager della squadra texana di Houston che detiene i suoi diritti che diceva: "Gentile ha un futuro brillante".
Nel corso della loro visita negli Stati Uniti, i rappresentanti dell'Olimpia Milano hanno anche ribadito l'impegno della squadra e della società a promuovere iniziative filantropiche nel tessuto sociale, un obiettivo che, da sempre, va a braccetto con quello sportivo.
Durante la permanenza americana, le "Scarpette rosse" hanno stretto rapporti di collaborazione con molte associazioni italiane ed italo-americane alle quali hanno devoluto parte degli incassi del tour per dare un contributo finanziario alle attività filantropiche di molte di questi gruppi attivi sul territorio.