Quando di parla di Super Bowl, la finalissima del campionato di football americano, le parole "milioni" (di solito utilizzata in riferimento al numero di telespettatori che assistono all'evento) e "miliardi" (riferita invece alla quantità di danaro spesa in inserzioni pubblicitarie durante l'incontro) vengono utilizzate senza parsimonia.
Negli Stati Uniti, il Super Bowl é considerato quasi come una festa nazionale e, tra la consueta attesa per gli spot pubblicitari che sono ormai diventati lo spettacolo nello spettacolo, lo show musicale dell'intervallo e la valenza sociale dell'evento, l'aspetto sportivo finisce col diventare quasi un pretesto secondario.
E tuttavia, a dispetto dell'attesa e del seguito di cui gode, il Super Bowl resta un fenomeno strettamente americano perché rimane la finale di uno sport che, per quanto dominante negli Stati Uniti, é ancora largamente ignorato nel resto del mondo, un fatto che per molti americani costituisce un'inesauribile motivo di indignazione.
La ragione é che spesso gli americani tendono a confondere il proprio territorio nazionale con il mondo in generale e, per la stessa ragione secondo la quale molti eventi che si verificano all'estero rappresentano, per lo più, solo una fievolissima traccia sul radar della loro consapevolezza nazionale, l'indifferenza globale nei confronti di uno dei loro principali riti collettivi viene visto, dall'americano medio, con sdegnato stupore.
Questa tendenza é particolarmente pronunciata in ambito sportivo come dimostrato dalla finalissima di un altro dei loro sport nazionali, il baseball, tradizionalmente e misteriosamente chiamata dai suoi organizzatori "World Series" a testimonianza di una "globalità" attribuita all'evento che é tuttavia più percepita che reale.
D'altra parte, non é difficile immaginare che quando un numero pari all'80% dei praticanti di una specifica disciplina sportiva risiedono tutti in un solo paese, la finalissima di questo stesso sport sia considerata "mondiale", se non altro nel senso che, in termini di audience, non ha riscontri da nessuna altra parte.
Proprio a causa di questa sua natura strettamente "regionale", il Super Bowl non é l'evento sportivo più seguito al mondo. Il Campionato del Mondo di calcio, le Olimpiadi, il Campionato Europeo e persino molte finalissime di Champions League attraggono molti più spettatori.
E tuttavia il Super Bowl continua a detenere il record di ricavi generati attraverso la pubblicità, un primato dovuto al fatto che, seppur numericamente inferiore in termini di ascolti rispetto a molte altre manifestazioni sportive, quello americano resta il pubblico con la più alta percentuale di reddito e, cosa interessante, a quanto pare il pubblico che si fa influenzare, più di molti altri dalle inserzioni pubblicitarie.
TMS Media Intelligence, un'azienda di analisi dei fenomeni mediatici, ha rivelato che il costo di trenta secondi di un'inserzione pubblicitaria negli ultimi vent'anni é quadruplicato e la ragione principale sembra essere costituita dal fatto che gli spot sono una parte integrante del Super Bowl, molto più di quanto non lo siano per altri eventi sportivi.
Il football americano inoltre, é anche molto più complesso in termini di regolamenti rispetto a molti altri sport. Basti pensare che il calcio ad esempio, elenca tra le sue regole solo 17 tipi di penalizzazioni mentre nel football americano ce ne sono addirittura 83.
Questa maggiore complessità del football, lo rende anche meno "esportabile". La crescita mondiale dell'audience sportiva verificatasi di recente in mercati come quello asiatico ad esempio, é stata facilitata anche dal fatto che sport come il calcio o il basket, si sono diffusi molto di più proprio in virtù di questa loro maggiore semplicità.
Qualche hanno fa, la National Football League americana ha tentato di mettere radici nel Vecchio Continente con la creazione di una lega europea. L'esperimento é fallito miseramente e la lega europea ha chiuso definitivamente i battenti nel 2007.
La diffusione di Internet e della televisione satellitare infatti ha creato una situazione in cui solo il "meglio" di ogni offerta sportiva ha un'effettiva possibilità di successo all'estero mentre le "imitazioni" di second'ordine vengono puntualmente snobbate dal mercato.