Che ora è sulla Luna? La domanda, apparentemente banale, è ora al centro di un intenso dibattito tra le agenzie spaziali di tutto il mondo.
In particolare, con decine di missioni lunari già pianificate per il prossimo decennio, l’Agenzia spaziale europea (ESA) ha proposto di stabilire un nuovo fuso lunare per facilitare le comunicazioni in quello che sarà un ambiente sempre più popolato da veicoli spaziali.
Questa settimana l’ESA ha dichiarato che molte agenzie spaziali internazionali stanno discutendo sul modo migliore per calcolare il tempo sulla Luna. L’idea è emersa durante una conferenza tenutasi nei Paesi Bassi alla fine dello scorso anno, nell’ambito della quale i partecipanti hanno concordato sull’urgente necessità di stabilire “un unico fuso orario di riferimento lunare”, come definito dall’italiano Pietro Giordano, ingegnere del sistema di navigazione dell’ESA.
Attualmente gli astronauti in missione sulla Luna seguono il fuso orario della nazione che ha in carico la navicella. Secondo le autorità spaziali europee, tuttavia, si trarrebbe maggior beneficio dall’avere un fuso orario lunare universalmente riconosciuto, soprattutto perché sempre più Paesi e aziende private (come SpaceX di Elon Musk) puntano alla Luna – e la NASA studia perfino il (temporaneo) dislocamento di “coloni” umani.
Tra i nodi da sciogliere, c’è quello sulla possibilità che sia un’unica istituzione a stabilire e gestire il tempo sulla Luna. Ma di mezzo ci sono diversi problemi di natura tecnologica: gli orologi sulla Luna funzionano 56 microsecondi più velocemente di quelli sulla Terra – e per di più lo scorrere del tempo si comporta in modo diverso sulla superficie lunare rispetto all’orbita lunare.
L’esperto europeo Hermann Hufenbach ha ammesso che i problemi da superare non sono pochi. “Sarà una bella sfida”, ha affermato in un comunicato – chiarendo che ogni giorno sulla Luna dura fino a 29,5 giorni terrestri. “Ma quando avremo stabilito un fuso orario funzionante per la Luna, potremo continuare a fare lo stesso per altre destinazioni planetarie”.