Brutte, bruttissime notizie per gli amanti di hamburger, patatine fritte e cioccolato: non costituirebbero infatti un ‘pericolo’ solo per il girovita, ma per tutto l’organismo.
A sostenerlo è una recente indagine della School of Public Health dell’Imperial College di Londra, secondo cui il consumo di alimenti ultra-processati aumenterebbe sensibilmente la possibilità di ammalarsi di cancro.
Nella classificazione degli “alimenti ultra-processati” i ricercatori londinesi hanno incluso tra le altre cose bevande gassate, cereali, pane confezionato, e pasti pronti – ai quali vanno aggiunti i classici esemplari di cibo-spazzatura quali hamburger, wurstel, patatine fritte e così via.
Dopo aver studiato 200.000 persone di mezza età per un decennio, l’indagine pubblicata sulla rivista eClinicalMedicine ha scoperto che chi consuma cibi pronti ha maggiori probabilità di contrarre tumori maligni potenzialmente fatali. In particolare, un aumento del 10% del consumo di cibi ultra-processati aumenterebbe la probabilità di tumori alle ovaie, al cervello e al seno del 2%.
I principali consumatori al mondo di cibi ultra-processati sono, prevedibilmente, gli statunitensi. Una ricerca dell’Università del Michigan indica però che quello della popolazione USA va ben oltre il semplice consumo, essendosi trasformato in una dipendenza per almeno il 44% della popolazione di età compresa tra i 50 e gli 80 anni.
I sintomi più frequenti di tale squilibrio sono il desiderio estremo di cibo-spazzatura, la difficoltà di ridurre l’assunzione di alimenti trasformati e la “sindrome di astinenza” – il che ha spinto gli studiosi a proporre di apporre un’etichetta sui cibi ultra-processati per avvertire la popolazione sui rischi per la salute.