Oggi è la giornata delle donne e delle ragazze nella scienza e vi invito a guardare il grafico che l’agenzia spaziale europea ha pubblicato sul suo sito per fare il punto sulla selezione in corso da mesi per trovare i futuri astronauti europei che dovranno sostituire gli attuali dopo un’accurata preparazione.
Una selezione importantissima partita a giugno dello scorso anno alla quale hanno partecipato ben 22.523 persone, si immagina siano le menti scientifiche più preparate dei 25 stati membri dell’ESA. Menti attratte dalla nuova frontiera che è lo spazio.
L’Agenzia ha pubblicato i dati paese per paese, suddividendoli tra uomini e donne. È sempre utile fare un confronto con gli altri vicini di continente. Il numero maggiore di candidati è francese, ben 7087 con 5443 uomini e 1644 donne. Seguono la Germania con 3695 application, delle quali 2660 erano di uomini e 1035 di donne. Subito dopo, ma con una grande differenza con la Francia, troviamo la Gran Bretagna: 2000 domande, delle quali 1430 uomini e 570 donne. L’Italia si colloca in una posizione modesta considerati i 60 milioni di abitanti. 1845 application presentate da 1498 uomini e 347 donne.

Osservate dal grafico come in proporzione ovunque le donne selezionate per passare alla fase 2 della selezione siano state una percentuale più alta dei candidati maschi. Infatti, dei quasi 23 mila candidati, hanno avuto accesso 831 uomini e 530 donne, a dimostrazione che quando puoi dimostrare di valere, la gara la vinci.
Ma in gara ci devi entrare, ci devi essere con i titoli giusti, con gli studi giusti per poter partecipare alle sfide che questo secolo ci pone, come scoprire energie alternative, salvare il pianeta dal cambiamento climatico, ridurre la plastica che inquina, studiare gli oceani e preservare le riserve marine, solo per fare alcuni esempi. Sono tutte sfide che creano posti di lavoro e che saranno determinanti per il nostro futuro.
”Dovremmo avere più donne nello Spazio” ha affermato Ursula von der Leyen, ma ne vorremmo di più anche nella scienza nella tecnologia e nell’ingegneria. È importante che le ragazze e le donne capiscano che nessun lavoro è irraggiungibile per loro. Seguite i vostri sogni, ascoltate i vostri cuori. Credete in voi stesse, andate nello Spazio.

È folle che le ragazze non siano a bordo in gran numero nella sfida sull’innovazione, la digitalizzazione, la lotta all’inquinamento. Già oggi l’84% delle aziende ha in agenda la digitalizzazione della propria attività,mentre il 50% deve automatizzare alcuni settori. Servono laureati in informatica, ma le donne sono solo il 15% di chi sceglie questo tipo di formazione. Sono tutte ocassioni di lavoro perse.
Succede perché, nonostante le ragazze rappresentino la metà dei laureati in Italia, sono ancora una minoranza quelle che scelgono un indirizzo di studi nelle materie scientifiche e questo non fa bene né a loro né al paese, che perde un pezzo dell’ingegno femminile e uno sguardo diverso sulla realtà e sulla soluzione dei tanti problemi.
Il trend è in aumento in tutte le facoltà scientifiche, ma a pesare ci sono ancora troppi stereotipi che sin dall’infanzia spingono le bambine a sentirsi inadeguate per le materie tecniche. Di chi è la colpa? I colpevoli sono tanti, spesso inconsapevoli, dalla famiglia alla scuola che ripropone modelli e ruoli vecchi. Purtroppo accade ancora nonostante se ne stia parlando da tempo. Servono più azioni che rendano visibile il talento delle donne nei settori STEM, servono più incentivi, borse di studio, e tutto quello che è necessario per sanare questo squilibrio.
È il caso di dire: Whatever it takes!