Dal Giappone alla Grecia, dalla Slovenia alla Bulgaria, da Singapore alla Thailandia, dalle Filippine alla Nuova Zelanda, i parlamentari si sono tagliati lo stipendio come contributo di solidarietà a causa del coronavirus. I parlamentari italiani si sono tagliati il coiffeur e lo chauffeur a causa di forza maggiore, nel senso che gli è stato imposto per legge: attività illecite per vicinanza. Così sono costretti ad andare spettinati e appiedati. Per di più, niente caffè e cornetto al bar né caffè e cornetti a casa dell’amante, perché devono rientrare a casa propria, dopo l’esercizio delle loro funzioni parlamentari. Quelle sì, a vedere le riprese alle Camere, molto dimezzate, ma siamo certi che ognuno abbia prodotto la sua giustificazione scritta come ai tempi della scuola: “assente per motivi familiari”.
Non so quanto potranno tener duro, poveretti parlamentari, ad espletare il loro duro lavoro da casa di questi tempi. Meno male che Giuseppe Conte c’è e sforna decreti legge. Oibò, voci si alzano dal popolo e urlano al complotto, alla dittatura, alla privazione dei diritti costituzionali. Facebook e Whatsapp sono un molesto veicolo di vicinanza, perché ti rompono le scatole le persone che pensavi non avresti, per fortuna, mai più sentito in vita tua. Quelle che già te le avevano rotte… Tuttavia hai un moto di pena, diventi buonista, e gli rispondi: no, non farlo, ti perseguiteranno notte e giorno con astruse deduzioni complottistiche, con odi e rancori verso politici, presentatori, attori, cantanti, calciatori, opinionisti, influencer; tutta quella gente che fino a due mesi fa osannavano come fulgido esempio, ma che ora odiano perché li ritengono dei privilegiati; stanno in belle ville con parco e piscina e continuano a percepire lauti stipendi.
Ma se, come dicevamo, diversi parlamentari preferiscono starsene quatti quatti a casa, ci sono degli italiani che proprio non ci vogliono stare e trovano ogni espediente per uscir di casa. C’è chi gira con un guinzaglio facendo finta di aver smarrito il cane, chi, non potendo andare a pavoneggiarsi né a Cortina né a Porto Cervo, si scopre crocerossina e va ogni giorno a portare gamelle di cibo alla protezione civile per farsi i selfie e ottenere le interviste sui giornali, chi trasferisce la residenza in barca per prendere la tintarella – udite udite: perfino un carabiniere in pensione.
Non è ancora nato uno che metta in riga gli italiani, perché gli italiani non se la bevono, figurarsi la pozione di varecchina consigliata da Trump. Conte potrebbe finire dimezzato come Medardo, il protagonista de Il Visconte dimezzato di Italo Calvino; da rileggere come una metafora del momento che stiamo vivendo.
Il visconte finisce dimezzato in guerra da una palla di cannone e ne sopravvive solo la parte malvagia. Di conseguenza, oltre a commettere un sacco di nefandezze, si mette a fare ricerche sui fuochi fatui al cimitero, supportato dall’inetto dottor Trelawney, ma un giorno al paese dei lebbrosi arriva la parte buona, “il Buono”, che vorrebbe abbassare i prezzi; di fatto però combina altri danni e la gente vive nel disorientamento più totale. Non vi dico altro ma, tranquilli, “finisce bene”: bene e male riprenderanno a convivere, come sempre è stato dalla notte dei tempi dell’umanità. E una risata – sembra dirci Calvino – come sempre ci salverà.
Anche noi siamo disorientati: non si sa più a chi credere perché i professoroni si insultano o sfornano banalità. Allora c’è anche chi – purtroppo – si affida a Mirjana Dragicevic, veggente bosniaca residente in Italia della Madonna di Medjugorje, alla quale la Madonna avrebbe dato l’ultimo messaggio il 18 marzo: “Dio ci punisce” e perciò non le apparirà più ogni 2 del mese. Catastrofe! Per i fedeli, ma anche per Mirjana che, dovendo stare a casa, non percepirà più gli oboli. Business is over e quindi pragmaticamente la veggente ha interrotto la connessione celeste. Speriamo per sempre.
L’unica nostra certezza in questo marasma è la distanza di sicurezza che dovremo mantenere per chissà quanto tempo. A ben vedere, la distanza di sicurezza non è altro che distanza di insicurezza, perché è dura stare da soli, non fare gruppo, non ubriacarsi insieme, accalcarsi nelle arene insieme, non frequentare insieme ristoranti, teatri, alberghi, aeroporti, spiagge… E’ dura non incontrarsi, guardarsi negli occhi, piacersi e fare l’amore e poi ciao.
Bella, ciao ciao ciao! Non possiamo fare l’amore al tempo del coronavirus. Speriamo non per sempre.