Il buio che è calato improvvisamente sulle nostre vite, che ci ha privato della nostra quotidianità e dei nostri affetti più cari, non è riuscito ad oscurare le luci di una Basilica di San Pietro vuota che chiede pietà, che piange ma che non abbassa lo sguardo davanti ad un nemico invisibile che continua a giocare con le nostre vite.
Una Basilica di San Pietro che oggi è diventata in mondo visione il centro del mondo, che ha canalizzato l’attenzione di credenti e non credenti.
Al di là del colonnato Papa Francesco, da solo, in una piazza deserta bagnata dalla pioggia che scende inesorabile come le lacrime di quanti piangono chi non c’è più, implora il Signore.
Non si arrende il Papa e chiede ai suoi fedeli di fare altrettanto, ci ricorda che non siamo soli e che non dobbiamo avere paura.
Le sue parole, la sua calma velata da una profonda tristezza ci riscaldano il cuore e l’anima, lui il Papa umile arrivato dalla fine del mondo mai si sarebbe aspettato di assistere ad una simile catastrofe.
Prega davanti all’immagine della Salus Popoli Romani, prega davanti all’antico crocifisso di San Marcello al Corso collocati davanti al cancello centrale della Basilica spalancato quasi a voler accogliere simbolicamente tutte le genti.
Si rivolge ai popoli di tutto il mondo affinché non perdano la fede e la speranza, invita tutti a collaborare perché solo così potremmo mettere fine a questa terribile pandemia che ha colorato di nero un’altra pagina della storia che non avremmo mai voluto leggere.

Dopo la supplica di Francesco a cui segue il rito straordinario della Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”(alla città e al mondo laddove città sta per Roma) assistiamo alla formula della proclamazione dell’indulgenza plenaria un evento inimmaginabile in tempi normali, proclamata dal cardinale Angelo Comastri Arciprete della Basilica di San Pietro.
Con questa indulgenza ritenuta epocale tutti potranno beneficiare della remissione e quindi cancellazione totale dei peccati.
Il Papa nell’omelia non ha mancato di ricordare chi si sta battendo in prima linea, primi fra tutti i medici e gli infermieri, ha speso parole di conforto per i malati che stanno combattendo questa guerra e per chi purtroppo non c’è l’ha fatta.
Da questo colonnato “che abbraccia Roma e il mondo”, conclude il Papa, “scenda su di voi come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori.”